Papa Francesco arrivato a Timor Est



Papa Francesco è arrivato a Timor Est, terza tappa del suo viaggio di 12 giorni in Asia e Oceania. L’aereo del Pontefice, proveniente da Port Moresby, è atterrato all’aeroporto internazionale della capitale Dili. A dare l’accoglienza ufficiale a Francesco nello scalo aereo sono il presidente della Repubblica José Ramos-Horta e il primo ministro Xanana Gusmão. Al termine il Papa si trasferisce alla Nunziatura apostolica. Nel pomeriggio sono in programma la cerimonia di benvenuto al Palazzo presidenziale, la visita di cortesia al capo dello Stato e l’incontro del Pontefice con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico.

Il Papa ai giovani, nella vita sappiate rialzarvi

L’importanza di “sapersi rialzare” e “non rimanere caduti”, oltre che di “aiutare gli altri a rialzarsi”, è stata al centro del discorso rivolto dal Papa a circa 10 mila giovani allo stadio di Port Moresby, ultimo appuntamento della sua visita in Papua Nuova Guinea, prima di recarsi a Timor Est. Il Pontefice, in un botta e risposta con i giovani, lì ha invitati a evitare le divisioni, a “parlare il linguaggio dell’amore”, mentre “c’è qualcosa che è anche peggio dell’odio: l’indifferenza”.



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Conte: se Grillo è il «sopraelevato» io non posso esserci




Movimento 5 Stelle

Il leader dei Cinque Stelle: noi mai con Renzi, ne parlerò con Schlein

di Redazione Roma

Conte: Le priorità? “Lotta all’evasione, stipendi, investire sulla sanità e aiuti per i giovani”

«Non è questione Grillo-Conte, ma una questione Grillo-comunità che vuole discutere. È un principio politico e giuridico. Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. È un principio antidemocratico. Se passa questo principio – e non vedo come possa passare – io non potrei esserci». A dirlo è stato il leader del M5s Giuseppe Conte che alla Festa del Fatto Quotidiano ha rilanciato la sfida al fondatore dei Cinque Stelle.

Quanto all’ipotesi dell’ingresso di Matteo Renzi in un’allenza di centrosinistra Conte ha detto: «È il popolo italiano che non si fida più di Renzi. Noi mai potremo lavorare con Renzi e costruire un progetto con lui». Alla domanda se si sia già confrontato con la leader del Pd Elly Schlein sul motivo per cui ha riaperto a Renzi, risponde: «Avremo modo di parlarne sicuramente. Noi con Pd e Avs stiamo lavorando e non si parte da zero» ma «un progetto alternativo non puoi farlo con persone che contaminano».



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Separazione delle carriere e premierato, per le due riforme costituzionali round di audizioni alla Camera



La Commissione Affari costituzionali della Camera riprende l’esame delle due riforme costituzionali di cui si sta occupando, il premierato e la separazione delle carriere tra giudici e pm, mantenendo il metodo di affrontare a settimane alterne ciascuna di esse. A dare la linea è stato l’ufficio di presidenza della Commissione riunitosi nelle ultime ore, che ha fissato per la prossima settimana la ripresa delle audizioni sulla separazione delle carriere per i magistrati, martedì e giovedì prossimi.

Il presidente della Commissione Nazario Pagano (Fi), ha ricordato che nell’ultima settimana di lavoro prima della pausa estiva, si erano svolte delle audizioni sul premierato elettivo; per rispettare dunque il metodo dell’alternanza settimanale delle due riforme, si è deciso di riprendere da quella della giustizia. Nella settimana successiva, dal 16 al 20 settembre si riprenderà, dunque, con le audizioni sul premierato elettivo.

Cosa prevede il ddl sulla separazione delle carriere

Per quanto riguarda la separazione delle carriere il disegno di legge Nordio, che è in prima lettura a Montecitorio, prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm; l’istituzione di due Csm, con la scelta dei togati non più per elezione ma per sorteggio; e infine il trasferimento della materia disciplinare dal Consiglio superiore della magistratura ad un’Alta corte.

Il premierato all’italiana

Per quanto riguarda il premierato, prima occorrerà terminare di audire tutte le personalità, soprattutto costituzionalisti, chiamate ad esprimersi davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera sul premierato all’italiana messo in campo dal governo. Una lunga lista che prenderà almeno tutto il mese di settembre. Dopodiché si passerà, sempre in commissione, alla discussione generale e alla fase emendativa.



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Meloni a Cernobbio vede Zelensky: «Incontro andato bene»



Forum The European House Ambrosetti

Il presidente ucraino è intervenuto ieri alla primo giorno del simposio. La premier interverrà a uno dei panel

di Redazione Roma

Italian Prime Minister Giorgia Meloni walks as she attends the European House-Ambrosetti Forum, an annual conference that gathers business and political leaders at the end of the summer, in Cernobbio, Italy, September 7, 2024. REUTERS/Claudia Greco

 

È durata circa 40 minuti l’incontro fra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyj, a Villa d’Este a Cernobbio, a margine del Forum Ambrosetti. Ai cronisti che le chiedevano come fosse andato l’incontro Meloni andando verso la sala dove interverrà a un panel ha risposto: «Bene».

«Qui a Cernobbio – aveva detto ieri Zelensky – incontrerò la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e rappresentanti di imprese italiane e ho fiducia che insieme raggiungeremo importanti risultati per proteggere vite umane e ricostruire il paese». Zelensky ha aggiunto che il prossimo anno si terrà in Italia una conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina e sarà importante a questo scopo il contributo delle imprese italiane.



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La lettera di dimissioni del ministro Sangiuliano alla premier




ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùPasso indietro

«Ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni». «In gioco la mia onorabilità»



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Giustizia, vietato pubblicare l’ordinanza di custodia: dal Cdm ok al testo del decreto legislativo



La controversa norma è passata al vaglio del Consiglio dei ministri. Ora il testo preciso dell’ordinanza di custodia cautelare diventa di fatto segreto e la stampa non potrà pubblicarlo. Almeno non subito. Il Cdm ha approvato il 4 settembre il testo del decreto legislativo sulla modifica dell’articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.

La modifica

La modifica era stata decisa già diversi mesi fa in Parlamento quando il Senato approvò l’articolo 4 della legge di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea. A dare l’avvio all’iter fu un emendamento del deputato di Azione, Enrico Costa, durante il passaggio alla Camera. Si torna indietro dunque rispetto a quanto stabilito dalla riforma del 2017 dell’allora ministro Andrea Orlando, secondo cui le ordinanze sono pubblicabili senza limiti. Con le nuove regole invece ad essere pubblicabile sarà soltanto il contenuto dell’atto, senza poterlo citare tra virgolette, e potrà essere fedelmente riportato solo il capo di imputazione per esteso. In queste ore è arrivato infine l’ulteriore step decisivo per rendere concreta la nuova norma, inserita nei decreti legislativi approvati dal Cdm. Ora il testo deciso dal governo sarà sottoposto alla lettura e agli eventuali suggerimenti, però non vincolanti, delle due commissioni Giustizia di Camera e Senato entro sessanta giorni.

Al Csm il caso Natoli

Non è l’unico tema caldo su fronte della Giustizia. Il Consiglio superiore della magistratura è adesso alle prese con battaglie interne che coinvolgono anche la nomina del procuratore capo di Catania. Al Csm torna sotto i riflettori la vicenda di Rosanna Natoli, componente laica del consiglio in quota Fratelli d’Italia, che già alcuni mesi fa è stata accusata di aver rivelato atti di inchiesta alla magistrata Maria Fascetto Sivillo, condannata dal tribunale di Messina, la quale doveva affrontare un provvedimento disciplinare. In queste ore Natoli ha presentato al comitato di presidenza del Csm una richiesta di annullamento di tutte le delibere di plenum dello scorso 17 luglio, per essere stata impedita la sua presenza alla seduta con azioni che l’hanno “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente da parte dei consiglieri di Area e di Md”. Dichiarazioni smentite e rispedite al mittente dai rappresentanti dei due gruppi. Nella sua richiesta Natoli precisa che le era stato riferito di una consigliera del Csm, la quale “aveva comunicato al vice presidente che qualora fossi entrata in aula consiliare per partecipare ai lavori del plenum (il 17 luglio scorso, in cui si è votato per la nomina del procuratore di Catania) avrebbero, in apertura e in collegamento con Radio Radicale, diffuso, mediante lettura, la trascrizione del contenuto della chiavetta Usb”. La stessa pennetta conterrebbe le dichiarazioni spontanee fornite durante un’udienza del 16 luglio al Csm dalla magistrata Sivillo, riguardo alla vicenda finita negli atti dell’inchiesta che vede Natoli indagata. Aldilà delle polemiche, c’è di più nell’istanza di annullamento di quel plenum, in cui Natoli fa particolare riferimento al conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania a Francesco Curcio. Per questo alcuni dei candidati a quel ruolo stanno adesso valutando l’ipotesi di presentare ricorso contro la nomina nell’incarico di Curcio e, nelle more, di disporre il differito possesso nell’incarico. Gli altri tre candidati erano altrettanti procuratori aggiunti nello stesso ufficio: si tratta di Sebastiano Ardita, Ignazio Fonzo e Francesco Puleio (successivamente proposto all’unanimità come procuratore a Ragusa). Intanto il comitato di presidenza del Csm ha affrontato in queste ore l’argomento della mozione che riguarda la rimozione di Natoli, da portare in plenum il prossimo 11 settembre.



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Manovra, Schillaci: prioritarie le assunzioni in sanità. Pochi i medici nell’emergenza-urgenza



«Abbiamo avuto un incontro con il ministro Giorgetti a fine luglio primo di agosto e l’attenzione del ministero è soprattutto sul personale sanitario». A dire così è il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine del lancio della campagna “Noi salviamo vite” in corso. «Vogliamo che ci siano più fondi per assumere il personale e vogliamo che chi lavora nel Servizio sanitario venga pagato meglio. I fondi ci sono, ma non siamo ancora entrati nel dettaglio. A me interessa che venga assunto più personale e che chi lavora nel Ssn sia gratificato. Vogliamo un piano per assumere medici, per far fronte alla gobba pensionistica».

Pochi 4.312 medici nell’emergenza-urgenza

L’esigenza si fa sentire più forte in alcuni comparti. «Nelle strutture del Servizio sanitario nazionale lavorano oltre 101mila medici, tra questi 4.312 medici specializzati in emergenza-urgenza. Aumentare i posti nelle specializzazioni non basta se poi non vengono coperti i posti. Lo scorso anno dei posti messi a bando ne sono stati assegnati solo uno su 4. I giovani scappano dalle specializzazioni in Emergenza e urgenza, luoghi interessati da carenza del personale e burnout».

«Scegliete non solo con la testa, ma anche con il cuore»

Secondo il ministro «non possiamo permettere che la paura diventi il trigger per allontanare i nostri professionisti dagli ospedali». Ma soprattutto serve lavorare «tutti insieme per una rivoluzione culturale, per ristabilire un sano rapporto tra paziente e medico, affinché i cittadini capiscano che non si può aggredire chi è al lavoro per fornire cure e assistenza. Ricordo poi che abbiamo introdotto norme per valorizzare il ruolo degli specializzandi all’interno del Servizio sanitario nazionale». Le opzioni possibili devono essere valutate anche secondo prinicipi ideali. «Certamente chi sceglie di lavorare nell’emergenza intraprende un percorso impegnativo, ma ricco di soddisfazioni. Per questo, a tutti i giovani che stanno per indicare le proprie preferenze per la scuola di specializzazione dico: scegliete non solo con la testa, ma anche con il cuore».



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una sfida per le nuove generazioni”



Nell’era dell’Intelligenza Artificiale (IA), le nuove generazioni si trovano di fronte a una sfida senza precedenti: riconcettualizzare il significato stesso del lavoro. Questa riflessione va ben oltre la valutazione dell’impatto dell’Intelligenza artificiale sui vari settori economici o le tradizionali strategie di orientamento professionale. Si tratta piuttosto di una profonda riconsiderazione del ruolo dell’individuo nella società del futuro. 

L’avvento dell’Ia solleva questioni che richiedono una ridefinizione del panorama lavorativo a partire dalla rivalutazione di alcuni aspetti chiave: il concetto stesso di lavoro, la ridistribuzione del tempo in un’economia sempre più automatizzata, l’effettiva importanza della formazione accademica classica e umanistica, le professioni in via di estinzione o di sostituzione e le nuove opportunità, la trasformazione dell’economia primaria, il ruolo sociale ed economico della creatività e dell’arte, l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’equilibrio dell’individuo e sulla sfera motivazionale, la rivoluzione del sistema scolastico e formativo, senza dimenticare il rapporto tra il nuovo modo di intendere il lavoro e la sostenibilità ambientale e sociale dei processi. E inoltre, quale posizione occupa l’Italia nello scenario globale e di quali assets dispone l’industria e il mondo della ricerca del paese?  

L’Ia non è soltanto un fattore di disruption, ma potrebbe rivelarsi un catalizzatore per un ripensamento radicale del rapporto tra individuo, lavoro e società. 

La sfida non sarà solo quella di comprendere e adattarsi alle nuove tecnologie, ma di plasmare attivamente un futuro in cui l’Ia sia uno strumento per l’empowerment umano piuttosto che un sostituto. Questo richiederà una combinazione di competenze tecniche, pensiero critico e intelligenze intrinsecamente umane che, paradossalmente, potrebbero diventare ancora più preziose in un mondo dominato dall’Ia. 

In conclusione, l’impatto dell’Ia sul mondo del lavoro non è solo una questione di automazione o di nuove professioni emergenti. È un invito a ripensare fondamentalmente il nostro rapporto con il lavoro, il tempo libero e il nostro ruolo nella società. Per le nuove generazioni, comprendere e navigare questa trasformazione sarà cruciale non solo per il successo professionale, ma per la definizione stessa del loro posto in un mondo in rapida evoluzione. 



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tra moda, medicina estetica e politica




Due lauree in economia, una attenzione particolare per il mondo della moda e della medicina estetica, frequentazioni politiche di destra e variegate attività imprenditoriali. L’eclettica vita di Maria Rosaria Boccia sotto i riflettori è efficacemente riassunta nelle foto del suo profilo Instagram, che dopo l’esplosione del caso Sangiuliano conta oltre 32mila follower ed è in costante crescita.

L’alta e bionda 41enne nata a Pompei si presenta ancora oggi, nella biografia del social, come presidente della Fashion Week Milano Moda malgrado la diffida della Camera della Moda del capoluogo lombardo ad usare quel marchio. Altra qualifica ricorrente è quella di presidente del comitato scientifico dell’Intergruppo parlamentare ’La cultura della bellezza’, intergruppo guidato dal deputato di FdI Gerolamo ’Gimmi’ Cangiano, che durante l’ultimo festival di Sanremo promosse nella città ligure il “festival della bellezza”.

Gli inizi nel commercio di abbigliamento

Chi conosce lei e la sua famiglia da anni è il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio. I genitori gestiscono nella città vesuviana una boutique di moda maschile, il fratello Marco un atelier di abiti da sposa. Anche lei da giovane si avvia sulla strada del commercio di abbigliamento, che però a un certo punto comincia a starle stretta. «Tre anni fa – ricorda Lo Sapio – è venuta in città con un’associazione di imprenditori di prodotti caseari, durante la festa della città che si tiene ad ottobre, e ha donato questi prodotti ai partecipanti che si recavano al loro stand. Nell’aprile scorso, durante il Festival della bellezza che organizziamo a Pompei, ha portato docenti universitari e medici, promuovendo diversi screening per alcune malattie, il tutto organizzato egregiamente»

Doppia laurea in Economia

Secondo quanto riferito sul suo profilo Linkedin, Boccia ha una doppia laurea in Economia: una conseguita nel 2005 in Economia aziendale all’Università Parthenope, poi una seconda in Economia e management all’Università telematica Pegaso. Nella bio di Instagram si presenta così: «Vorrei spiegarvi cosa si prova a creare emozioni, ma è impossibile!».

Le foto alla Camera

Emozioni a parte, dal 2023 si moltiplicano le foto che la ritraggono alla Camera. A maggio partecipa – con la deputata Annarita Patriarca di Forza Italia – alla presentazione di una mozione che chiede l’esenzione Iva per i trattamenti di chirurgia e medicina estetica. A giugno alla presentazione di un festival di beneficenza. Boccia commemora Berlusconi nel giorno della sua morte («Ha fatto la storia di questo Paese»), poi a luglio è di nuovo in sala stampa alla Camera per parlare di dieta mediterranea e tumori. Ad agosto una foto con il ministro Lollobrigida in un appuntamento agli scavi di Pompei, a dicembre ancora alla Camera con il responsabile dell’Agricoltura per la nascita di un altro intergruppo, «Dieta Mediterranea: Nutrizione, Prevenzione & Cultura», nel quale Boccia si qualifica come ’presidente del comitato organizzativo’. Poi il già citato ’Festival della bellezza’, a febbraio di quest’anno a Sanremo con Cangiano. Fino agli ultimi mesi, con la raffica di foto al fianco del ministro Sangiuliano.



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Bando Voucher Digitali Impresa 4.0: 7 milioni di euro per la digitalizzazione delle PMI a Roma



La Camera di Commercio di Roma ha lanciato il bando Voucher Digitali Impresa 4.0 Anno 2024, che mette a disposizione 7 milioni di euro per finanziare progetti di digitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese nell’area metropolitana di Roma. I contributi a fondo perduto possono arrivare fino a 10mila euro a impresa e coprono il 70% delle spese ammissibili. Le domande possono essere presentate online entro il 26 settembre 2024.

Le risorse a disposizione

Ammonta a 7 milioni di euro a disposizione delle micro, piccole e medie imprese dell’area metropolitana di Roma il bando Voucher Digitali Impresa 4.0 Anno 2024 della Camera di Commercio di Roma, da oggi on line sul proprio sito istituzionale (www.rm.camcom.it). Le risorse messe a disposizione finanziano, tramite contributi a fondo perduto, progetti di digitalizzazione aziendali e sostengono quelle realtà produttive che mirano all’adozione di tecnologie e strumenti innovativi e all’introduzione di nuovi modelli di business 4.0 e modelli green oriented.

Gli obiettivi prioritari del bando

Gli obiettivi prioritari del bando sono tre: 1) sviluppare la capacità di collaborazione tra imprese e soggetti qualificati nel campo dell’utilizzo delle tecnologie I4.0; 2) promuovere l’utilizzo, da parte delle imprese dell’area metropolitana di Roma, di servizi o soluzioni focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali in attuazione della strategia definita nel Piano Transizione 4.0; 3) favorire interventi di digitalizzazione e automazione funzionali alla continuità operativa delle imprese quale driver per lo sviluppo e la crescita del territorio.

Il finanziamento dei progetti di digitalizzazione

Il bando finanzia con contributi a fondo perduto (voucher), fino a un massimo di 10mila euro a impresa, progetti di digitalizzazione – che possono spaziare dalla robotica avanzata e collaborativa alla prototipazione rapida e IoT, passando per soluzioni di cyber security e business continuity, intelligenza artificiale e blockchain, fino ai sistemi di e-commerce, smart-working e telelavoro – presentati da singole imprese. L’entità dell’agevolazione è pari al 70% delle spese ammissibili (fino a un massimo di 10mila euro a impresa) e, per accedere alla misura, l’investimento deve prevedere una spesa minima di 3mila euro al netto dell’Iva. Sono ammissibili le spese per acquisto di beni e servizi strumentali (esclusi smartphone, tablet e simili) e per servizi di consulenza e/o formazione.

L’importanza del bando Voucher Digitali

«Con l’edizione 2024 del bando Voucher Digitali – spiega Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – investiamo, ancora una volta, una cifra ingente, pari a 7 milioni di euro, per favorire i processi di trasformazione digitale delle imprese del nostro territorio, aiutando le Pmi locali a trasformarsi in aziende globali in grado di competere in maniera efficiente ed efficace sui mercati internazionali. Il bando Voucher Digitali è particolarmente importante perché assicura alle nostre imprese anche un’adeguata formazione professionale, utile a gestire le nuove tecnologie».



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