Morto in una gara in Germania il motociclista Luca Salvadori



E’ morto ieri durante una gara del campionato internazionale di Road Racing a Frohburg in Germania il pilota e youtuber Luca Salvadori originario di Milano. I genitori “straziati dal dolore” hanno dato l’annuncio sui social del trentaduenne spiegando che «ieri durante una gara dell’Irrc in Germania Luca è stato coinvolto in un incidente per lui mortale. Ci ha lasciati – hanno aggiunto – inseguendo la sua passione».

Ducati: guida in pace

«Ciao Luca, guida in pace». Con un post su X la Ducati ricorda Luca Salvadori pilota e youtuber morto ieri in Germania a causa di un incidente. Classe 1992, il pilota trentaduenne si trovava in Germania come wildcard per prendere parte alla tappa dell’Irrc, l’International Road Racing Championship 2024, nella categoria Superbike. Nel 2023 aveva corso in MotoE con Pramac Racing.

 



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Promuovevano viaggi illegali per i migranti, chiuse mille pagine social



Promuovevano viaggi illegali per i migranti, dalle coste nordafricane a quelle italiane. In alcuni casi, per attrarre nuovi clienti, offrivano prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.

Il lavoro della polizia

La Polizia di Palermo ha svolto accertamenti su più di mille tra pagine, gruppi e profili social, che agivano come vere e proprie agenzie di viaggio: 728 sono stati chiusi e altri sono in corso di chiusura. Si tratta prevalentemente di account in uso a trafficanti attivi in Libia, ma anche in Egitto, Paese dal quale non si registrano partenze di navi ma da dove le organizzazioni gestiscono i viaggi dei migranti. Alla chiusura delle pagine si è arrivati con la collaborazione di Meta.

La vicenda

In particolare, la Polizia di Palermo, in collaborazione con la locale Sezione investigativa del Servizio centrale operativo e con il coordinamento dello Sco, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo, partendo dal modello operativo usato dalle associazioni criminali, attive nel traffico di migranti, che si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto offerti ai migranti. L’attività di analisi, partita nel novembre scorso, ha consentito di avviare indagini ed effettuare riscontri nell’ambito di inchieste in corso, nonché di acquisire informazioni su luoghi di partenza o transito dei migranti e su nuove modalità di trasporto, utili anche ai fini del monitoraggio del fenomeno e dello scambio informativo diretto con gli organismi di polizia libici e tunisini. Nei siti erano indicati il costo del viaggio, (circa 4.600 euro a persona) le modalità di pagamento (tramite trasferimenti sui circuiti money transfer) ed il tipo di viaggio garantito (ad esempio viaggi “vip”).



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Dal processo Open Arms a Pontida, inizia la campagna d’autunno di Salvini



L’autunno caldo di Matteo Salvini comincia questa mattina a Palermo anche se il vicepremier e leader della Lega non sarà in aula quando i magistrati della Procura pronunceranno la requisitoria contro l’allora ministro dell’Interno che nell’estate del 2019 impedì lo sbarco di 147 migranti salvati in mare dalla open Arms. «Rischio fino a 15 anni di carcere», ha sottolineato anche nelle ultime ore Salvini, che si è detto «stupito» per un processo frutto delle «invenzioni della sinistra».

Il leader della Lega preferisce attaccare gli avversari evitando lo scontro con i magistrati. La sentenza dovrebbe arrivare entro il mese di ottobre. Ma intanto già la richiesta della condanna da parte della Procura è destinata a provocare un’ampia reazione non solo nel popolo del Carroccio ma in generale nel mondo politico e nel governo restituendo almeno in parte al Capitano il ruolo da protagonista appannatosi nel corso degli ultimi anni anche a causa di scelte poco condivise all’interno della Lega.

L’ultima l’alleanza con Roberto Vannacci in occasione delle Europee e che diversi grattacapi gli ha già provocato anche con alleati storici come Marine Le Pen a causa delle uscite omofobe del generale. Proprio questa settimana -a Viterbo- Vannacci terrà una sorta di battesimo del suo movimento del «Mondo al contrario» con un titolo – «Noi con Vannacci» – che fa chiaramente il verso al «Noi con Salvini» dei tempi d’oro del Capitano. Del resto nei giorni scorsi è stato lo stesso leader del Carroccio a parlare di «scalate» davanti ai suoi parlamentari.

Probabile che destinatario del messaggio non sia solo e non tanto Vannacci – che comunque resta fuori dal partito – quanto piuttosto gli scalatori interni. Qualcosa potrebbe emergere in occasione dell’imminente congresso della Lega in Lombardia dove potrebbe candidarsi l’attuale capogruppo al Senato Massimiliano Romeo.

La decisione anche qui arriverà a fine ottobre in concomitanza con le elezioni in Liguria, primo test elettorale di questo autunno che vede al voto anche Emilia-Romagna e Umbria. La candidatura del sindaco di Genova Marco Bucci ha ridato slancio alle possibilità di vittoria del centrodestra. Ma In ballo come sempre non c’è solo il risultato della coalizione ma anche il posizionamento dei singoli partiti della maggioranza. Alle Europee in Liguria la Lega viaggiava attorno al 9% contro il quasi 30% di Fratelli d’Italia e il 9,6 grazie al quale Forza Italia si è assicurata il sorpasso. Salvini non può permettersi un ulteriore arretramento. Il leader della Lega prepara una campagna elettorale agguerrita con al centro i temi della sicurezza (vedi la battaglia in Parlamento sul carcere anche per le detenute madri) e dell’immigrazione. Lo start arriverà nonostante l’assenza dell’imputato questa mattina da Palermo con la requisitoria del Pm.



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Pensioni, la Cgil: «Non tagliare la rivalutazione». Ecco le simulazioni per fascia di reddito



In vista della prossima manovra, la Cgil dice no all’ipotesi di tagliare la rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione sulla base di quanto già accaduto nel 2023-204. Secondo il sindacato significherebbe per il governo recuperare «un miliardo di euro per il 2025, che si somma ai 10 miliardi già tagliati» negli ultimi due anni. In uno studio Cgil e Spi sottolineano che nel triennio 2023-25 una pensione che era di 2.029 euro netti nel 2022 perderà complessivamente 3.571 euro mentre una di 2.337 euro ne perderà 4.487. Nell’arco della vita attesa dopo il pensionamento si dovrà rinunciare, a causa delle perdite cumulate, fino a 40mila euro.

Le simulazioni

L’analisi del Dipartimento Previdenza della Cgil e dello Spi evidenzia in particolare i possibili tagli previsti per il 2025, che si aggiungono a quelli già in atto per il biennio 2023-2024. Nell’arco del triennio 2023-2025, una pensione che nel 2022 ammontava a 1.732 euro nette subirà un taglio complessivo di 968 euro; per una pensione netta di 2.029 euro la perdita sarà di 3.571 euro, e per una di 2.337 euro si arriverà a una perdita di 4.487 euro. Chi percepisce una pensione netta di 2.646 euro, perderà complessivamente 4.534 euro.

Secondo l’analisi, questi tagli, proiettati sull’aspettativa di vita media, possono raggiungere cifre molto elevate: da 8.772 euro per un pensionato con 1.732 euro netti, fino a 44.462 euro per chi percepisce 2.646 euro netti. Per Cgil e Spi «una inaccettabile sottrazione di reddito frutto di contribuzione».

La stretta sulla perequazione e il risparmio per le casse dello Stato

Complessivamente, si legge nel report, la stretta sulla perequazione (art.1 comma 309, legge 197/2022), ha prodotto un risparmio per le casse dello Stato, con conseguente taglio sulle pensioni, di oltre 3 miliardi e mezzo nel 2023 e di oltre 6 miliardi e 800 milioni nel 2024. Per il decennio 2023/2032 il risparmio contabilizzato nella documentazione ammonta a oltre 61 miliardi di euro.

Al netto degli effetti fiscali, la minore spesa pensionistica contabilizzata è stata di oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro, nel 2023 e di oltre 4 miliardi di euro nel 2024. Nel decennio 2023/2032 la minore spesa pensionistica contabilizzata ammonta complessivamente a 36 miliardi e 805 milioni di euro, pari esattamente al 60% della minore spesa lorda (trattandosi di un intervento che riduce le pensioni medie alte, la trattenuta media fiscale è stata stimata nella misura del 40% del mancato incremento di perequazione).



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Lavoro, ecco quali sono le maggiori opportunità di assunzione a settembre




I gruppi professionali con mismatch più elevato – ovvero per cui è più difficile che domanda e offerta di lavoro si incrocino – sono gli operai specializzati (65,6% la quota di entrate difficili da reperire), i dirigenti (61,4%), le professioni tecniche (52,9%) e i conduttori di impianti fissi e mobili (51,5%). In particolare, il Bollettino delle professioni di Excelsior riporta tra le figure più difficili da trovare gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (79,0%), i fabbri ferrai costruttori di utensili (78,8%), gli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (76,0%) e i fonditori, saldatori (73,3%). Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (71,9%), i meccanici, montatori e riparatori (69,5%), gli operatori della cura estetica (66,3%) e i tecnici in campo ingegneristico (65,6%).

Tra le 165mila offerte per i giovani spiccano i servizi finanziari e assicurativi

Le opportunità per i giovani “under 30” sfiorano le 165mila unità, pari al 30,6% delle assunzioni totali previste a settembre. Le maggiori opportunità di impiego per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (il 48% degli ingressi coperto da giovani), dai servizi informatici e delle telecomunicazioni (47,6%), dai servizi dei media e della comunicazione (47,4%), dal commercio (41,2%) e dai servizi di alloggio e ristorazione (41,0%).

Per gli immigrati si prevedono oltre 100mila entrate

Le imprese sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire oltre 100mila ingressi programmati nel mese di settembre, pari al 19,4% del totale contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 34,3% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,8%), la metallurgia (23,6%), i servizi di alloggio e ristorazione (23,3%) e l’alimentare (19,5%).

Crescono Nord Ovest e Centro, in sofferenza il Nord Est

A livello territoriale cresce la domanda di lavoro delle imprese del Nord ovest e del Centro (+6mila assunzioni per entrambe le aree territoriali), pressoché stabile la domanda di lavoro delle imprese del Sud e Isole mentre si segnala una flessione per le imprese del Nord est (-4mila assunzioni).

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Sicurezza, sì al carcere per i blocchi stradali. Detenute madri, resta la stretta



Dal «terrorismo di parola» ai blocchi stradali, fino all’«occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui», la Camera ha approvato ieri molti dei nuovi reati introdotti dal disegno di legge Sicurezza, approvato dal Consiglio dei ministri a novembre dello scorso anno e approdato in Aula dopo un lungo iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia e aspre divisioni, anche nella maggioranza.

Per chi blocca le strade con il corpo un mese di reclusione

Il sì dei deputati è arrivato fino all’articolo 14 del testo, tra i più contestati dei 38 totali: modificando il Dlgs 66/1948, sostituisce con la reclusione fino a un mese e una multa fino a 300 euro la sanzione amministrativa da 1.000 a 4mila euro prevista finora per «chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata (anche questa una novità, ndr), ostruendo la stessa con il proprio corpo». Se il fatto è commesso da più persone riunite la pena è aumentata da sei mesi a due anni». Scontati gli attacchi delle opposizioni. «Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca», ha sottolineato la dem Laura Boldrini. «Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati, voi rispondete mandandoli in carcere. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un’auto, con un trattore». «Stiamo sfociando nella criminalizzazione indiscriminata dell’attivismo e delle legittime forme di protesta, ed è molto, molto grave», ha commentato Sergio Costa (M5S), vicepresidente della Camera.

Interdittive, il prefetto potrà annullarle per le imprese individuali

Disco verde di Montecitorio anche alla nuova contravvenzione volta a prevenire il terrorismo e altri reati gravi diretta a chi viola gli obblighi di segnalazione dei contratti di noleggio dei veicoli, estesi ai dati identificativi della macchina (numero di targa e di telaio, intervenuti mutamenti della proprietà) e ai contratti di subnoleggio: si prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro. Sono passate anche le modifiche alla normativa antimafia, tra cui la novità – introdotta in commissione – che il prefetto, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione interdittiva, «può escludere uno o più divieti e decadenze» nel caso in cui accerti che per effetto dell’interdittiva «verrebbero a mancare i mezzi di sostentamento al titolare dell’impresa individuale e alla sua famiglia».

Cittadinanza, si allenta la revoca per i condannati

Via libera, inoltre, all’articolo 9 che modifica l’articolo 10-bis della legge 91/1992 in materia di revoca della cittadinanza prevedendo che, in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo ed eversione e altri gravi reati, «non si può procedere alla revoca ove l’interessato non possieda un’altra cittadinanza ovvero non ne possa acquisire altra» ed estendendo da tre a dieci anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna il termine per poter adottare il provvedimento di revoca. Sono stati boccati tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni sulla possibilità di dare la cittadinanza ai bambini e ai ragazzi che hanno frequentato un ciclo scolastico di cinque anni, il cosiddetto “ius scholae”. Paolo Emilio Russo di Forza Italia, che con il vicepremier Antonio Tajani durante l’estate ha aperto il fronte a favore nella maggioranza, ha annunciato che sarà presentato un testo ad hoc «per riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza».

Fino a sette anni di carcere per chi occupa abusivamente le case

Molto dibattuto l’articolo, ma comunque approvato, l’articolo 10 sul nuovo reato (634 bis) che puniscecon il carcere da due a sette anni «chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da due a sette anni. Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato». Si procede d’ufficio «se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità». La norma dà anche la facoltà alle forze di polizia di liberare gli immobili in tempi rapidi.



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Bucci in Liguria: la mossa del cavallo di Meloni per affrontare campagna elettorale e manovra



La decisione di candidare l’attuale sindaco di Genova Marco Bucci alla presidenza della Liguria per il dopo Toti è destinata a provocare effetti ben oltre i confini della regione. La vittoria o la sconfitta nel primo test elettorale che si terrà in autunno (a fine ottobre) avrà un impatto infatti inevitabile sulla solidità della maggioranza e dello stesso governo. Anche perché si svolgerà, contestualmente al confronto in parlamento sulla legge di bilancio che – vista la cronica penuria di risorse – alimenterà le tensioni interne e la necessità per i partiti di piantare le loro bandierine. Consente inoltre alla premier di uscire dallo stallo determinato dal scandalo Sangiuliano e dalle richieste continue degli alleati sulla legge di bilancio.

La Liguria e il possibile effetto domino

Perdere la Liguria, regione governata dal centro-destra e messa in crisi dall’inchiesta sull’ex presidente Giovanni Toti potrebbe segnare una pesante battuta d’arresto non solo per l’alleanza di governo ma per la stessa premier e innescare un pericolosissimo effetto domino visto che, a distanza di qualche settimana, si voterà in Emilia-Romagna e in Umbria dove alle ultime amministrative il centro-destra è stato sconfitto sia a Perugia che a Terni.

Una figura forte che mette d’accordo tutto il centro-destra

La scelta di Bucci è la carta usata da Meloni per ribaltare una prospettiva affatto rosea. Il nome del sindaco protagonista della ricostruzione dopo la tragedia del ponte Morandi non era mai stato inserito tra i possibili candidati anche a causa delle sue condizioni di salute. Bucci però ha dato a Meloni piena disponibilità e attorno alla sua candidatura si sono ritrovati tutti i partiti dell’alleanza di centrodestra. A volerlo sindaco era stata soprattutto la Lega ma Bucci non può definirsi un leghista. Tanto più che Salvini non aveva alcuna intenzione di mettere un esponente del Carroccio in gara sia per l’alta probabilità di sconfitta sia perché avrebbe di fatto spianato la strada alla rivendicazione della guida del Veneto da parte di Meloni e Fratelli d’Italia. Sulla candidatura di Bucci invece si sono ritrovati tutti anche perché le altre figure vagliate finora non erano in grado di ribaltare quanto emerso dai sondaggi e cioè la probabile vittoria del centro-sinistra o meglio del campo largo riunito sotto il nome dell’ ex ministro della giustizia e big del Pd, Andrea Orlando.

I possibili effetti sul Campo largo

Vedremo nei prossimi giorni se l’investitura del sindaco di Genova a governatore provocherà un’inversione di tendenza a vantaggio del centro-destra. Certo è che ora il campo largo si trova di fronte non solo a un avversario di tutto rispetto ma anche alla probabile rottura dell’asse con i renziani, che continuano a sostenere Bucci come sindaco.



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Via gli agenti dall’ufficio della premier? Palazzo Chigi: «Non è cambiato nulla». Le opposizioni attaccano



“Meloni teme i complotti, via la polizia dall’ufficio”. Un articolo in prima pagina su La Stampa apre un nuovo caso per la premier, con le opposizioni che l’attaccano parlando di “sindrome del bunker’” Il suo capo ufficio stampa, Fabrizio Alfano, smentisce nuove disposizioni, «non cambia il dispositivo di sicurezza», se non per il fatto che la presidente del Consiglio «ha fatto presente al direttore dell’ispettorato di Palazzo Chigi di rivalutare la presenza di un agente di polizia destinato esclusivamente agli accompagnamenti in ascensore».

Ma il sindacato Silp Cgil conferma di aver verificato che le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti.

Convocato il Copasir

Del caso potrebbe occuparsi il Copasir, convocato alle 14. Mentre in mattinata la Camera discute il ddl sicurezza, i gruppi di centrosinistra sollevano la questione alla luce dell’articolo, secondo cui Meloni avrebbe chiesto di non avere agenti davanti al suo ufficio al primo piano, privandosi del dispositivo di sicurezza garantito dall’ispettorato in servizio permanente nel palazzo. Una scelta, secondo la ricostruzione, legata al fatto che la premier sostiene di fidarsi ormai solo della propria scorta.

Palazzo Chigi: «Non è cambiato nulla»

Meloni «da sempre ripone piena e totale fiducia» nelle forze di Polizia, «non è cambiato nulla», afferma il suo capo ufficio stampa, assicurando che «la sicurezza al primo piano rimane affidata agli agenti di Polizia di Palazzo Chigi». E smentendo «nel modo più assoluto che ci sia stato un ordine di servizio verbale o scritto».

Il provvedimento, però, assicurano fonti interne, è arrivato ieri alle 17. Il sindacato Silp Cgil conferma di aver “verificato” l’inedita decisione: «Ha gettato nello sconforto i nostri colleghi che da sempre con dedizione e spirito istituzionale operano per la sicurezza di chi ha l’onere e l’onore di governare questo paese». «Tentare di sminuire quanto accaduto è inutile e infantile, soprattutto cercando di giustificare la decisione derubricandola all’accompagnamento negli ascensori – nota Matteo Mauri del Pd, ex viceministro dell’Interno -. Noi abbiamo la certezza assoluta di quanto avvenuto». «Togliere gli agenti di polizia dall’ascensore dedicato del Premier è un atto gravissimo», per Matteo Renzi, leader di Iv ed ex presidente del Consiglio, secondo cui Meloni «continua a vedere i fantasmi». «Oggi è il turno del complottismo contro i poliziotti in servizio a Palazzo Chigi – attacca il M5s -. Meloni non può governare questo paese vivendo nell’ossessione dei nemici immaginari». Avs chiede spiegazioni al Viminale con un’interrogazione parlamentare al ministro Matteo Piantedosi.



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La concorrenza tra Lega e Fi si sposta in Sardegna: Partito sardo d’Azione passa con gli Azzurri



Per qualcuno è “scacco” di Forza Italia alla Lega. Per qualche altro una “libera scelta dei consiglieri regionali”. Certo è che, nell’assemblea legislativa regionale della Sardegna, Forza Italia raddoppia e azzera il Partito Sardo d’Azione “strappando” tre consiglieri e rendendo ancora più debole l’alleanza tra il Partito sardo e la Lega rappresentata solo da un eletto.

La diaspora

Da ieri la formazione politica che nella scorsa legislatura ha espresso il nome del governatore Christian Solinas, in alleanza organica con la Lega, non ha più rappresentanti in Consiglio regionale. Il partito, fondato da Emilio Lussu nel 1921 sparisce dalla massima assemblea legislativa sarda, dopo essere già scomparso a giugno scorso dai Consigli comunali delle principali città della Sardegna. I tre eletti, Gianni Chessa, Piero Maieli e Alfonso Marras, hanno lasciato la bandiera del sardismo per aderire a Forza Italia.

Ufficializzazione a Roma

L’ufficializzazione del passaggio è avvenuta a Roma, con tanto di conferenza stampa presieduta dal segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Dal leader azzurro subito il tentativo di spegnere le polemiche sorte attorno al gesto visto come una sorta di colpo basso contro la Lega. «Nessun dispetto alla Lega», ha precisato il segretario degli azzurri sottolineando che «sono i consiglieri che hanno aderito a Forza Italia. Sono eletti e possono spiegare loro la loro scelta». Quanto a eventuali critiche e contestazioni. «Non voglio mai fare polemica con nessuno. Io sto costruendo, con la classe dirigente di Forza Italia, un progetto politico per rafforzare il centrodestra e allargare i confini del centrodestra».

Occupare spazio tra Meloni e Schlein

Con il passaggio dei tre consiglieri regionali Forza Italia diventa il secondo partito d’opposizione forte di sei componenti. A precedere gli azzurri al Consiglio regionale della Sardegna c’è solo il gruppo di Fratelli d’Italia con sette eletti. «Non è una scelta casuale ma frutto di ragionamento politico – ha detto Tajani -. Hanno deciso di aderire alla grande dimora, rassicurante per i cittadini, dei moderati che come dico sempre occuperà lo spazio politico tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein». Proprio questo cambiamento modifica anche i rapporti di forza nell’ambito regionale anche con la Lega che conta solo un rappresentante. Non solo, ma apre anche un nuovo percorso con un orizzonte più ampio. L’adesione dei consiglieri regionali è, come ribadiscono alcuni esponenti azzurri, il primo passo verso un cambiamento che parte dal Consiglio regionale della Sardegna e andrà a interessare sia i Comuni si altre regioni con altre formazioni.

La fine di un ciclo

Si tratta, comunque, della fine di un ciclo iniziato nel 2018 con l’elezione di Christian Solinas prima al Senato grazie all’alleanza Lega Psd’Az e poi nel 2019 alla guida della Regione. Proprio l’accordo con la Lega di Salvini aveva assicurato il trionfo dei sardisti nel 2019, quando in due avevano superato il 25% dei consensi. L’alleanza, che ha visto Solinas regolarmente a Pontida in prima linea a sostenere Salvini, nonostante le critiche e le progressive prese di distanza da parte di alcuni iscritti, è durata fino alla mancata ricandidatura del governatore alle Regionali di febbraio. Poi la vittoria del centrosinistra e il crollo del centrodestra. Ora gli ultimi passaggi. E all’orizzonte il nuovo corso di Forza Italia.



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fine della chemioterapia e ritorno agli impegni pubblici”



La principessa Kate, consorte dell’erede al trono britannico William, ha completato la chemioterapia avviata nel febbraio scorso in seguito a una diagnosi di cancro resa nota al Paese a marzo nello shock generale. Lo ha annunciato lei stessa in un nuovo video carico di emozioni e di riferimenti personali diffuso sui social network, in cui ammette che è stato un periodo “incredibilmente duro”. Kate ha annunciato anche che non vede l’ora di tornare ad alcuni impegni pubblici nei prossimi mesi.

L’annuncio di Kate sulla fine della sua chemioterapia rappresenta un passo avanti importante, ma “a questo stadio non si può dire ancora” che la principessa sia “cancer free”, guarita dal cancro. Lo sottolinea Kensington Palace in dichiarazioni riprese dalla Bbc a margine della diffusione del video messaggio della stessa consorte del principe William. Al momento si prevede un possibile ritorno parziale alle attività di rappresentanza pubblica della monarchia “più avanti” nel corso dell’anno: probabilmente, riferisce ancora la Bbc, a partire dalle cerimonie del Remembrance Day in memoria dei caduti, a novembre.

«Ora che l’estate volge al termine, non posso dirvi quanto sia un sollievo aver finalmente completato il mio ciclo di chemioterapia. Gli ultimi nove mesi sono stati incredibilmente duri per noi come famiglia. La vita come la conosci può cambiare in un istante e abbiamo dovuto trovare un modo per navigare in acque tempestose e strade sconosciute», ha spiegato Kate. «Il percorso della malattia oncologica è complesso, spaventoso e imprevedibile per tutti, soprattutto per le persone più vicine», ha proseguito.

Londra, il principe William visita la mostra “Homelessness: Reframed”

«Con umiltà, ti mette anche faccia a faccia con le tue vulnerabilità in un modo che non avevi mai considerato prima e, con ciò, una nuova prospettiva su ogni cosa», ha spiegato. Citando il marito, Kate ha raccontato che «questo periodo ha ricordato soprattutto a William e a me di riflettere e di essere grati per le cose semplici, ma importanti della vita, che molti di noi spesso danno per scontate. Semplicemente amare ed essere amati. Fare il possibile per non ammalarmi di cancro è ora il mio obiettivo. Sebbene abbia terminato la chemioterapia, il mio percorso verso la guarigione e il recupero completo è lungo e devo continuare a vivere ogni giorno come viene».

La principessa Kate alla sua prima apparizione dopo sei mesi

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Nel video girato il mese scorso nel Norfolk, contea dell’Inghilterra orientale dove si trova la residenza dei principi di Galles, si sente la voce di Kate di sfondo mentre scorrono le immagini delle sue vacanze con il marito e i tre figli felici fra i prati, in un bosco e in riva al mare. La principessa ha detto poi di non vedere l’ora di tornare al lavoro e di «intraprendere qualche altro impegno pubblico nei prossimi mesi» laddove sarà possibile.





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