Eur spa, al via la ristruttrazione del Palazzo dei Congressi a Roma


Il Palazzo dei Congressi a Roma cambia pelle. Con un investimento di 8 milioni di euro, Eur spa (al 90% del minisero dell’Economia e al 10% del Comune di Roma) ha presentato il 22 aprile il progetto di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione edificio progettato dall’architetto Adalberto Libera alla fine degli anni Trenta per l’Esposizione Universale di Roma del ‘42 (mai effettuata, causa guerra), che oggi costituisce insieme a La Nuvola (sempre di Eur spa) il più importante polo congressuale di Roma. L’intervento dovrebbe completarsi in due anni, senza la chiusura al pubblico del Palazzo dei Congressi. Alla presentazione c’erano il presidente Eur spa Enrico Gasbarra e l’amministratore delegato di Eur spa Angela Maria Cossellu, insieme agli architetti Junko Kirimoto e Massimo Alvisi fondatori dello Studio Alvisi Kirimoto.

Da sinistra, il presidente Eur spa Enrico Gasbarra, l’amministratrice delegata di Eur spa Angela Maria Cossellu, agli architetti Massimo Alvisi e Junko Kirimoto fondatori dello Studio Alvisi Kirimoto

Lo studio Alvisi Kirimoto

Il progetto, firmato dallo Studio di architettura Alvisi Kirimoto, ora al vaglio della Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, è il primo intervento di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione che investe l’intero complesso nella sua totalità dall’apertura nel 1953, e mira non soltanto a ristrutturare l’edificio integralmente per garantirne innanzitutto la salvaguardia, ma anche una maggiore funzionalità premettendo di ospitare più eventi in contemporanea (in teoria anche quattro contemporaneamente, mentre adesso è possibile solo un evento)

Restauro e adeguamento

L’intervento architettonico è articolato in due macro azioni: interventi di recupero e di restauro degli elementi architettonici esistenti e interventi di adeguamento funzionale attraverso l’inserimento di nuovi elementi in grado di modificare i flussi e l’ampliamento delle dotazioni tecniche. Tra gli interventi relativi alla gestione dei flussi dei visitatori al piano terra, l’atrio centrale verrà trasformato in un vestibolo dinamico in grado di dividere a metà il Palazzo e garantire una distribuzione verticale adattabile alle diverse necessità di configurazione degli spazi.

Isolamento acustico

A supporto della gestione dei percorsi, dispositivi quali pareti mobili opache e pareti vetrate garantiranno il corretto orientamento dei visitatori verso i diversi eventi ed assicureranno, inoltre, un ottimo isolamento acustico. Per entrambe le tipologie di partizioni il loro posizionamento seguirà la logica compositiva dell’edificio e per la maggior parte, i nuovi elementi, si attesteranno sulle originali posizioni delle porte vetrate pensate dall’architetto Libera.

La sala dei Ricevimenti

Percorsi di carico e scarico

Oltre alla gestione dei flussi dei visitatori, sono state pensate delle integrazioni anche per quanto riguarda la flessibilità dei percorsi di carico e scarico, rendendo possibile, in occasione di eventi distinti, gestire il carico e lo scarico in maniera totalmente autonoma e indipendente. Le scale esistenti all’interno delle chiostrine, invece, assolveranno il ruolo di connettori in grado di gestire i flussi verticali, di distribuire gli utenti tra piano seminterrato e piano primo e garantiranno l’accesso alla terrazza e al Teatro pensile in maniera autonoma.



Source link

Imposta di successione, le conseguenze della riforma nel focus in edicola il 26 aprile


I focus di Norme & Tributi

Sedici pagine sulle novità più rilevanti in materia di donazioni, trust e realtà filantropiche

della redazione NT

L’elemento più innovativo dello schema di Dlgs sulle imposte indirette, attuativo della riforma fiscale e approvato dal Consiglio dei ministri il 9 aprile 2024, è l’imposta di successione.
Gli esperti del Sole 24 Ore, oltre a spiegare quali sono gli importanti cambiamenti previsti, affrontano i temi collegati: dalle donazioni di aziende, e quote di società, ai patti di famiglia, ai trust (anche esteri) e alle donazioni indirette.
Uno spazio di approfondimento è dedicato alle donazioni filantropiche e ai trust per il «dopo di noi».
Questi i principali contenuti del prossimo focus di Norme e Tributi, in edicola assieme al Sole 24 Ore di venerdì 26 aprile 2024, al prezzo complessivo di 3 euro.



Source link

Europee, 42 simboli depositati al Viminale



In totale sono 42 le forze politiche che si sono registrate con il loro simbolo al Viminale per le elezioni del Parlamento europeo in programma l’8 e 9 giugno. Il termine è scaduto alle 16 di lunedì 22 aprile. Per le liste dei candidati il termine è invece il primo maggio. Non tutti i simboli presentati supereranno il vaglio degli uffici elettorali e molti di questi si ritroveranno nella bacheca dei ’ricusati’. Per esempio per non aver raggiunto la soglia delle 15mila firme da raccogliere in ognuna delle 5 circoscrizioni

No al nome di Schlein nel simbolo Pd

La segretaria del Pd Elly Schlein ha confermato che correrà alle europee (come capolista al Centro e nelle Isole) ma rinuncerà al suo nome nel simbolo del Pd. Lo ha annunciato in una diretta Instagram. « E’ stato proposto di inserire il mio nome nel logo, si è aperta una bella discussione, ringrazio chi ha fatto questa proposta, ma penso che il contributo lo possa dare correndo accanto a loro, in questa lista. Una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno» ha detto. Al Nazareno, in occasione di una Direzione del partito, domenica, è emersa una forte divisione sulla proposta del presidente del partito Stefano Bonaccini (capolista nel Nord-Est) di inserire il nome della segretaria nel simbolo per le europee. Un’ipotesi che ha creato divisioni sia nella maggioranza del Pd sia nella stessa minoranza guidata proprio da Bonaccini. Fatale, alla fine, il no all’ipotesi espresso da Lucia Annunziata, capolista nella circoscrizione Sud. L’ex presidente Rai, in un messaggio alla segretaria dem si è detta «in completo disaccordo» sull’operazione perché «il nome nel simbolo è la trasformazione del Pd in un partito personale proprio nel momento in ci la maggioranza ha presentato una riforma, il premierato, che distrugge l’attuale assetto costituzionale»

Nel simbolo Fdi il nome Meloni in evidenza

Tra i contrassegni depositati domenica, quello di Fratelli d’Italia, con il nome “Meloni” in bella vista e la conferma della Fiamma tricolore

Nel simbolo M5S anche la parola pace

Nel pomeriggio di domenica Giuseppe Conte ha depositato il simbolo del Movimento 5 Stelle, che oltre alla parola “Movimento” e le 5 stelle porta nel simbolo per le Europee anche il 2050, anno per la neutralità climatica e la parola “Pace”, e per questo è stato accusato da esponenti di Azione e Italia viva di «strumentalizzazione».

Lega non scioglie il rebus Vannacci

È stato il ministro Roberto Calderoli l’ultimo a depositare, nel tardo pomeriggio di domenica, il simbolo della Lega per Salvini Premier. Ma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie non è si sbottonato sulle candidature ed in particolare quella del generale Roberto Vannacci. Alle 13 circa è stato appeso in bacheca il simbolo di Forza Italia, Berlusconi Presidente con “Noi moderati” inserito nel simbolo



Source link

La Basilicata resta al centrodestra: vince il governatore uscente Bardi



Vito Bardi è stato confermato presidente della Regione Basilicata. A scrutinio ancora in corso il divario con Piero Marrese, candidato del centrosinistra, è di circa 13 punti percentuali. Quando sono stati scrutinati due terzi delle sezioni, infatti, il governatore uscente e candidato del centrodestra è in testa con il 56,1%, mentre Marrese è al 42,6%. Il terzo candidato Eustachio Follia (Volt) è fermo all’1,2%.

«In attesa di un dato più vicino a quello definitivo, si delinea a ogni modo una vittoria chiara della nostra coalizione» ha detto in una nota il ri-eletto presidente lucano Bardi. Marrese ha telefonato a Bardi congratulandosi per la sua vittoria. «L’affluenza ha sicuramente penalizzato il centrosinistra – ha commentato Bardi -, che ne é anche in parte la causa: gli elettori hanno sanzionato lo spettacolo triste che la sinistra ha messo in campo negli ultimi mesi. Hanno perso perché loro parlavano di Bardi mentre noi della Basilicata».

Affluenza definitiva al 49,8%

È stata del 49,8% degli aventi diritto al voto l’affluenza definitiva alle urne per le elezioni regionali in Basilicata. Nel 2019, quando si votò solo la domenica, era stata del 53,52%. In provincia di Potenza l’affluenza è stata del 47,92%(52,40 nel 2019), in provincia di Matera del 54,08 (56,03 nel 2019). Per quanto riguarda i due capoluoghi, a Potenza affluenza al 63,28% (rispetto al 68,79 del 2019), a Matera al 55,60 (rispetto al 59,89 del 2019).

Le liste: Fdi primo partito

A spoglio ancora aperto, Fratelli d’Italia è il primo partito in Basilicata con il 16%. Dopo FdI, c’è il Partito democratico (14,5%), seguito da Forza Italia (12,7%). Nel centrodestra, la Lega ottiene solo il 7,16% dei voti e viene superata da entrambe le forze centriste: Azione di Carlo Calenda (8,14%) e Orgoglio lucano (7,7) che ha al proprio interno esponneti vicini a Matteo Renzi. Nel centrosinistra Basilicata Casa Comune raggiunge l’11%, mentre il Movimento 5 Stelle si ferma al 7,6%. Volt, il movimento politico europeo che esprimeva il terzo candidato Eustachio Follia, non va oltre l’1,2%,

Meloni: Basilicata conferma sostegno alle nostre politiche

«Vittoria del centrodestra e di tutta la coalizione in Basilicata, con Vito Bardi riconfermato Presidente della Regione. Ringrazio di cuore tutti i cittadini che hanno voluto confermare il loro sostegno alle nostre politiche. La vostra fiducia è il motore che ci spinge avanti ogni giorno» ha scritto sui sui social la premier Giorgia Meloni. «I miei auguri di buon lavoro a Vito Bardi, alla giunta che si insedierà e ai consiglieri eletti – aggiunge la leader di FdI -. Avanti con impegno e determinazione».



Source link

Mattarella: i problemi non aspettano i tempi della Ue. «Votate in tanti, servono riforme coraggiose»



Tra le riforme essenziali che aspettano l’Unione europea ci sono certamente «le modalità del processo decisionale, perché i problemi in questo mondo si presentano velocemente e richiedono risposte tempestive: l’Unione europea non è in questa condizione, non è in condizione di assumere risposte tempestive perchè i problemi non aspettano» i tempi di questa Europa. È il convincimento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando da Brdo in occasione dei venti anni dell’entrata della Slovenia nell’Unione europea.

Votate in tanti, all’ Ue servono riforme coraggiose

Come ricorda il Capo dello Stato, quasi 400 milioni di cittadini andranno al voto. «E sarà un grande esercizio di democrazia: mi auguro una grande partecipazione al voto così i cittadini diventano protagonisti del loro futuro. Poi sarà compito delle istitizioni fare in modo che l’Unione diventi un soggetto protagonista della scena internazionale. Non possiamo rimanere in una condizione in cui l’Europa sia solo spettatore anche di eventi che sono negati per l’Unione stessa. Questa è una stagione che richiede il coraggio di riforme incisive e coraggiose».

La storia presenta sempre il conto delle occasioni perdute

La riflessione di Mattarella si allarga ai dolorosi scenari di guerra in corso. «Alcuni Paesi si trovano al confine dell’inaccettabile aggressione russa che ha violato ogni regola: la loro situazione sarebbe altamente diversa se non fossero oggi nei confini dell’Unione. La storia presenta sempre il conto delle occasioni perdute e poi sono i popoli a pagare a caro prezzo. Questa riflessione sollecita l’urgenza del completamento del progetto europeo oggi più che mai imprescindibile innanzitutto per i Balcani occidentali che aspettano da venti anni: non è possibile che si indugi ancora».

L’anniversario

La Slovenia ha celebrato i venti anni della sua entrata nell’Unione europea con una cerimonia al castello di Brdo vicino a Lubiana. Per l’Italia è presente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Su invito della presidente della Repubblica di Slovenia, Natasa Pirc Musar, partecipano al summit i presidenti di tutti i Paesi confinanti.



Source link

Fondazione Leonardo: intelligenza artificiale e metaverso, come gli adolescenti vedono il futuro



Il rapporto dei giovani con le nuove tecnologie, l’Intelligenza artificiale e il metaverso. E’ il fulcro di un progetto “Futuri Probabili”, realizzato dalla Fondazione Leonardo- Civiltà delle Macchine, con il supporto di Intesa Sanpaolo, le cui prime conclusioni sono state presentate questa mattina a Montecitorio da Luciano Violante presidente della Fondazione. Si tratta di una ricerca durata due anni, svolta da un gruppo di giovani studiose coordinate dal dottor Marco Casu (Anna Giurickovic Dato, Ginevra Leganza, Regina Salviato) che ha intervistato oltre mille ragazze e ragazzi di tutta Italia (dal centro di Roma alla provincia di Brindisi, da Firenze a Melegnano, da Cagliari a Portogruaro, da Napoli a Torino),

Una ricerca multimediale, intergenerazionale e transdisciplinare sull’Italia di oggi e di domani, che ha allargato lo sguardo anche su altre questioni di rilievo: demografia, lavoro, tempo libero, partecipazione politica, informazione e disinformazione, dipendenza da social e da dispositivi ma anche impieghi didattici del gaming.

Violante: uso del digitale simile tra adolescenti del Nord e del Sud

«Si tratta della prima radiografia degli adolescenti fatta da se stessi. E quello che emerge è che non si può prescindere dal digitale, diventato una componente della vita quotidiana dei ragazzi» spiega Violante, che aggiunge come non si riscontri però un «passivo adeguamento» , bensì emerga una consapevolezza di non voler essere subalterni». Un tipo di reazione «rispetto all’utilizzo del digitale, simile in tutto il Paese, perché l’Italia degli adolescenti è molto più unita e coesa, senza troppe diversificazioni, dal Nord al Sud, rispetto al mondo degli adulti».

Le testimonianze dei ragazzi

La tavola rotonda coordinata da Annalena Benini, direttrice del Salone del Libro, è stata l’occasione per dare la parola ad alcuni dei ragazzi protagonisti della ricerca. Flavio Cesari, 15 anni, studente del primo Liceo Digitale d’Italia (IIS Carlo Matteucci) organizzato dalla Fondazione Leonardo, racconta: «Il metaverso può metterci in contatto con persone anche molto lontane. Se usato bene può portare ad un mondo migliore». Per Annalisa Giunta, 23 anni, sviluppatrice presso la Fondazione Olitec «la realtà immersiva nel 2030 ci porterà alla più grande rivoluzione tecnologica di sempre. Ma già ora l’IA è un grande strumento a livello giudiziario. Grazie ad essa, per esempio, è stato possibile fare luce sulla morte di Marco Pantani». Arons Sala, 11 anni, studente dell’Istituto Comprensivo San Francesco (Anguillara Sabazia), spiega: «Mi piacciono i giochi digitali e ne ho usato uno per costruirmi da solo un Colosseo, ho capito come costruire una forma ellittica partendo da un cerchio. Voglio dare sempre più sfogo alla mia creatività e da grande voglio studiare informatica e creare io un gioco nuovo».

Rischi e opportunità di IA e ChatGPT

Dalla ricerca emerge che i lavori che i ragazzi lascerebbero fare alla macchina sono sostanzialmente quelli pesanti, pericolosi e ripetitivi (edilizia, riparazioni, pulizie), settori nei quali si prevedono soltanto esigui margini di complementarietà umano-macchina nel prossimo futuro. Margini che invece crescono nelle professioni ritenute esclusivamente umane dalla maggioranza dei ragazzi: sanità e servizi sociali («la macchina non ha emozioni, può andare in tilt»). Più acceso, invece, il dibattito sul “giudice robot” e sull’impiego dell’IA in campo pedagogico. Quanto alla ChatGPT per fare i compiti, è uno strumento innegabilmente utile per le ricerche, semplifica lo studio, permette di risparmiare tempo. Ma a che prezzo? In particolare due studenti di design di Roma concordano sulle conseguenze di un utilizzo eccessivo dell’IA in campo artistico come in come in campo concettuale: delegare significa raggiungere in breve tempo un prodotto, ma significa anche la sostanziale perdita della maturazione personale che avviene nel corso della produzione. Fare i compiti è soprattutto un processo, solo in secondo luogo un pervenire al risultato.



Source link

Fisco, verso revisione di Irpef e Ires domani in Cdm. Premi produttività fino a 3mila euro tassati al 10%



Il governo si appresta a varare una revisione del regime delle imposte sui redditi Irpef e Ires nel Consiglio dei ministri atteso per martedì 23 aprile nel pomeriggio: l’esame preliminare del decreto legislativo con questa finalità, a quanto si apprende, è infatti fra i provvedimenti all’ordine del giorno della riunione tecnica preparatoria che si terrà domani mattina. Con il provvedimento prende il via una prima attuazione della delega fiscale per i redditi da lavoro autonomo, dipendente, redditi agrari e redditi diversi.

Premi produttività fino a 3mila euro tassati al 10%

I premi di risultato erogati dal primo gennaio 2025 saranno tassati al 10% entro il tetto di 3mila euro. Lo prevede una bozza del decreto legislativo sulla revisione del regime Irpef e Ires atteso domani in cdm. I premi di risultato, “salvo espressa rinuncia scritta del prestatore di lavoro, sono soggetti a una imposta sostitutiva” “pari al 10%, entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi”. Lo stesso regime si applica “alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa”. Quest’anno, in base a quanto stabilito dall’ultima manovra, come già nel 2023, i premi di produttività sono tassati al 5%.

Rita solo se non raggiunti requisiti pensione

“Dal 1° gennaio 2025, la rendita integrativa temporanea anticipata (RITA) è riconosciuta solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento del requisito pensionistico di qualsiasi genere”. E’ quanto si legge in una bozza del decreto legislativo di riforma delle imposte indirette atteso domani in Cdm.

In agenda alche il ddl sull’intelligenza artificiale

Anche il disegno di legge del governo sull’Intelligenza artificiale dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri domani, assieme all’esame definitivo del disegno di legge in materia di tutela dei minori in affidamento, che risultava già “approvato” dal Consiglio dei ministri dello scorso 26 marzo.

Slitta in Cdm l’esame della seperazione delle carriere dei magistrati

Come confermano fonti dell’esecutivo, al momento non è previsto per domani l’esame del disegno di legge sulla separazione della carriere dei magistrati.



Source link

Def superato dalla realtà: l’Istat alza il deficit 2023 dal 7,2 al 7,4% con 4,65 miliardi di indebitamento extra



C’è un singolare effetto straniante sui lavori delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, che in queste ore stanno discutendo un Def cadenzato da cifre già superate dalla realtà. Mentre è in corso la trafila delle audizioni che si concluderanno in serata con l’intervento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’Istat ha pubblicato la notifica dell’indebitamento netto e del debito della Pubblica amministrazione come previsto dalle procedure del Trattato di Maastricht. E dagli ultimi calcoli dell’Istituto di statistica si scopre che il deficit del 2023 non è il 4,3% del Pil come scritto nel Def 2023, non è il 5,3% come previsto dalla NaDef di fine settembre, ma non è nemmeno il 7,2% indicato nel nuovo Documento di economia e finanza proprio ora in discussione alle Camere: nel disavanzo dello scorso anno ci sono infatti 4,649 miliardi in più di quanto calcolato solo un mese e mezzo fa, con il risultato che la ruota si ferma ora al 7,4 per cento del Pil.

Effetto superbonus

Si tratta dell’ennesima novità portata dal Superbonus, e dalla sua “radioattività” sempre carica sotto la cenere dei conti pubblici italiani. Ad aggiornare il dato è stata l’ondata delle centinaia di migliaia di comunicazioni su sconti in fattura e cessioni piovute sull’agenzia delle Entrate entro il 4 aprile scorso. Con il ricalcolo, il disavanzo dell’anno scorso arriva a 154.124 milioni, cioè 4.649 in più di quelli contati il 1° marzo scorso. Certo, con i miliardi che sono volati a decine nel cielo italiano dominato dai crediti d’imposta la novità rischia di passare quasi inosservata, e non cambia più di tanto il quadro di un indebitamento netto che aveva già travolto ogni argine rendendo certa la procedura per deficit eccessivo in arrivo in tarda primavera. Ma è la prima volta che un Def viene superato dagli eventi ancor prima di essere approvato dal Parlamento; e potrà esserlo ulteriormente a breve se Governo e Parlamento sceglieranno la strada della rateazione in 10 anni anziché in quattro dei crediti d’imposta edilizi, con una mossa che cambierebbe profondamente anche la linea del debito abbassandolo nel 2024-26 e alzandolo negli anni successivi.



Source link

Suicidi in carcere: 30 da inizio anno, il 2024 rischia di superare il record del 2022



Dopo il 2022, l’anno da record con 85 suicidi accertati, il 2023 e il 2024 – emerge da un dossier di Antigone – continuano a registrare numeri impressionanti. Nel 2023 sono state almeno 70 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto di pena. Nei primi mesi del 2024, almeno 30. “Almeno” – sottolinea l’associazione – perché numerosi sono i decessi con cause ancora da accertare, tra i quali potrebbero quindi celarsi altri casi di suicido. Seppur in calo rispetto all’anno precedente, i 70 suicidi del 2023 rappresentano un numero elevato rispetto al passato. Il più elevato dopo quello del 2022. Guardando agli ultimi trent’anni, solo una volta si è andati vicini a questa cifra con 69 suicidi nel 2001.

In carcere la presenza di un diffuso disagio psichico rimane una delle problematiche più spesso segnalata all’Osservatorio di Antigone: il 12% delle persone detenute (quasi 6.000 persone) ha una diagnosi psichiatrica grave. L’uso massiccio di psicofarmaci rimane lo strumento principale con cui in carcere viene “gestita” la salute mentale: il 20% persone detenute (oltre 15 mila) fanno regolarmente uso di stabilizzanti dell’umore, antipsicotici e antidepressivi, cioè di quella tipologia di psicofarmaci che possono avere importanti effetti collaterali; il 40% (30 mila persone) fa uso di sedativi o ipnotici. Nel 2023, Antigone ha registrato 122 Trattamenti sanitari obbligatori (TSO) effettuati in carcere. L’associazione ricorda che si tratta di una pratica illegale se svolta all’interno delle sezioni detentive senza ricoverare la persona in un ospedale (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura – SPDC), come richiesto dalla legge.

Il XX Rapporto sulle condizioni di detenzione

L’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale” ha presentato lunedì 22 aprile, il XX Rapporto sulle condizioni di detenzione. Come nelle edizioni precedenti, anche quest’anno il documento pone l’accento sui tanti problemi che caratterizzano il sistema detentivo in Italia. Il primo, e non è una novità, è il tasso di affollamento “record”: al 31 marzo 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Cresce il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3%. I tassi di affollamento più alti a livello regionale si continuano a registrare in Puglia (152,1%), in Lombardia (143,9%) e in Veneto (134,4%). Considerando i reparti provvisoriamente chiusi il tasso di affollamento medio nazionale sale al 125,6%, in Puglia al 160,1%, in Lombardia al 151,4% e in Veneto al 141,5%. A fine marzo i singoli istituti più affollati erano Brescia Canton Monbello (209,3%), Lodi (200%), Foggia (195,6%), Taranto (184,8%), Roma Regina Coeli (181,8%), Varese (179,2%), Udine (179%), mentre complessivamente gli istituti che avevano un tasso di affollamento superiore al 150% erano ormai 39, sparsi in tutta Italia, ed insieme ospitavano 14.313 persone.

La crescita media dei detenuti: 331 persone al mese

Continua la crescita delle presenze, e nell’ultimo anno in maniera ancora più decisa. Dalla fine del 2019 alla fine del 2020, a causa delle misure deflattive adottate durante la pandemia, le presenze in carcere erano calate di 7.405 unità. Ma sono subito tornate a crescere. Prima lentamente, con un aumento delle presenze di 770 unità nel 2021, a cui però è poi seguita una crescita di 2.062 nel 2022 e addirittura di 3.970 nel 2023. Nell’ultimo anno dunque la crescita delle presenze è stata in media di 331 unità al mese, un tasso di crescita allarmante, che se dovesse venire confermato anche nel 2024 ci porterebbe oltre le 65.000 presenze entro la fine dell’anno. Secondo Antigone, dietro questa tendenza si nascondono: la maggiore lunghezza delle pene comminate, la minore predisposizione dei magistrati di sorveglianza a concedere misure alternative alla detenzione o liberazione anticipata e l’introduzione di nuove norme penali e pratiche di Polizia che portano a un aumento degli ingressi.

Antigone: il governo Meloni ha introdotto una decina di nuovi reati

La stagione dei nuovi reati e degli innalzamenti di pena, ricostruisce l’associazione, è iniziata con il “decreto rave”, è proseguita con il decreto Caivano, poi con il Ddl Sicurezza, quest’ultimo ancora al vaglio del Parlamento, con cui si punisce: la detenzione di materiale con finalità di terrorismo (da 2 a 6 anni), l’occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui (da 2 a 7 anni), si modifica l’articolo 600-octies del Codice Penale inserendo l’induzione e costrizione all’accattonaggio (pena da 2 a 6 anni), si modifica di nuovo l’articolo 583-quater del Codice penale per punire chi provoca lesioni personali a un ufficiale o a un agente di polizia giudiziaria (da 2 a 5 anni) e si introduce il reato di rivolta in istituto penitenziario (da 2 a 8 anni).



Source link

Maltrattamenti e tortura nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano: 13 arresti e 8 sospensioni



La Polizia di Stato e il Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, stanno eseguendo, dalle prime ore della mattina, un’ordinanza emessa su richiesta dei Pubblici Ministeri del V Dipartimento, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria, dodici dei quali tuttora in servizio presso l’Istituto Penale Minorile “Cesare Beccaria” di Milano, nonché la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori 8 dipendenti dello stesso corpo di polizia, anch’essi tutti in servizio, che all’epoca dei fatti lavoravano presso la medesima struttura detentiva per minori.

I reati contestati

I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica e positivamente vagliati dal GIP in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del p.u. nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto.

L’indagine

L’indagine, partita da alcune segnalazioni, pervenute all’Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all’istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti.

Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna. Maggiori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in Procura alle ore 11.30 alla presenza del Procuratore Marcello Viola e di Funzionari della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria.



Source link