Bollette: gli italiani pagano il 23% in più rispetto alla media Ue



La bolletta elettrica degli italiani è elevatissima: nel 2023 il 23% in più rispetto alla media dell’Unione europea. Dalle rilevazioni Eurostat nei Paesi Ue emerge che nel 2023 gli italiani hanno speso per la sola bolletta elettrica, in media, oltre 960 euro. A parità di consumi significa il 23% in più rispetto alla media europea. Il dato è stato calcolato da Facile.it tenendo in considerazione i consumi di una famiglia-tipo italiana (2.700 kWh) e le tariffe dell’energia elettrica rilevate da Eurostat nei diversi Paesi dell’Ue.

L’Italia fra i Paesi Ue più cari

In valori assoluti significa che, se in Italia si applicassero le tariffe calcolate come media di quelle europee, il costo complessivo delle bollette della luce si alleggerirebbe di oltre 180 euro l’anno. Le tariffe nel secondo semestre 2023 in Europa. Guardando più da vicino le tariffe dell’energia elettrica e limitando l’analisi al secondo semestre dello scorso anno, emerge che tra i 27 Stati Ue l’Italia è stato il sesto paese più caro, con una tariffa media pari a 0,3347 €/kWh (incluse tasse ed oneri); il calo dei prezzi rilevato in Italia rispetto al primo semestre dello scorso anno (-12%) non è stato sufficiente per uscire dal gruppo di nazioni dove l’elettricità costa di più.

In Germania la bolletta più costosa

Pochi gli Stati Ue che hanno fatto peggio. In testa la Germania, dove per l’energia elettrica i consumatori privati hanno speso il 20% in più rispetto a noi. Poi Irlanda e Belgio (entrambi +13%) e Danimarca (+6%).

Dove l’energia costa meno

Più lunga, invece, la lista dei Paesi con un prezzo dell’energia inferiore al nostro. Limitandosi ai principali, si scopre che, ad esempio, la tariffa media italiana è stata il 29% più alta rispetto a quella rilevata in Francia, il 43% rispetto alla Spagna e addirittura il 53% rispetto alla Svezia. Per non parlare dell’Ungheria; le nostre tariffe, a confronto di quelle ungheresi, sono state più alte del 196%.

Quanto costa la bolletta

La performance italiana, prendendo tutto in considerazione, per il 2023 è la quinta peggiore d’Europa. Magra consolazione il pensiero che i circa 960 euro spesi nel nostro Paese diventano, a parità di consumi, 1.100 euro in Germania e Belgio, poco meno di 1.000 euro in Danimarca, quasi 970 a Cipro. Ma c’è chi spende meno: in Francia, per esempio, la spesa annua è stata inferiore ai 660 euro, con un risparmio di circa 300 euro rispetto alla bolletta italiana. Inferiore la spesa delle famiglie spagnole e svedesi, che hanno messo a budget circa 645 euro, mentre in Grecia la bolletta media si è fermata a 627 euro. I portoghesi se la sono cavata con meno di 590 euro, mentre l’Ungheria si conferma come il paese UE più economico: lo scorso anno sono stati sufficienti circa 310 euro per pagare le bollette dell’elettricità.



Source link

Fotovoltaico, perché con lo stop sui campi si rischia l’aumento delle bollette



La revisione delle regole del gioco per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, annunciata dai ministri per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida , e per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, interviene in un sistema ormai talmente complesso che l’insieme degli effetti è difficilmente stimabile nell’immediato e sarà misurabile solo con il tempo. Ma alcune implicazioni pratiche sono evidenti sin da ora: se il divieto di istallare pannelli a terra nei terreni ad uso agricolo verrà confermato a livello generalizzato, il serio rischio che si traduca in aumento del prezzo dell’energia, ma anche degli oneri destinati a gravare sulle bollette pagate dai cittadini e imprese, è elevato.

Un rischio evidenziato da tutte le associazioni di settore, come Elettricità Futura, Utilitalia , Italia Solare. Non è detto che la norma, così come annunciata lunedì 6 maggio, non subisca modifiche oppure che non si rinvii a decreti ministeriali per stabilire quanto fitta dovrà essere la maglia del divieto. «Con il decreto aree idonee – che attualmente è fermo in Conferenza delle Regioni – vedremo di porre le opportune correzioni. È una proposta di concerto, gli uffici si vedranno per adeguare quella che è la proposta di aree idonee all’ultimo decreto», ha d’altro canto spiegato nei giorni scorsi Pichetto Fratin.

Gli incentivi per l’agrivoltaico costano il doppio

La deroga concessa alla costruzione sui terreni agricoli di impianti agrivoltaici, sopraelevati di almeno due metri da terra per consentire di stabilire al di sotto le coltivazioni, rischia di spingere i titolari delle pratiche avviate per la richiesta di autorizzazione di fotovoltaico a cambiare il progetto in agrivoltaico (e questo allungherà molto i tempi). Ad oggi le pratiche avviate per la richiesta di nuovi allacci alla rete di Terna sono per 300 gigawatt: una dimensione rilevante, che va ben oltre i 140 gigawatt ulteriori che l’Italia dovrebbe istallare per raggiungere i target ambiziosi al 2030 sottoscritto in occasione del G7 Energia a Torino a fine aprile. Non tutte andranno a buon fine: in ogni caso se la gran parte sarà costretta a spostarsi sull’agrivoltaico, i costi per la realizzazione degli impianti saranno destinati a raddoppiare. Il vantaggio competitivo che i pannelli hanno acquisito negli ultimi anni è proprio nel fatto che i costi dei materiali e di istallazione sono scesi in modo impressionante (anche se negli ultimi due anni hanno ripreso a salire un po’) facendo calare anche il prezzo dell’energia prodotta. Ma se i costi esplodono, l’impatto sul prezzo finale dell’energia sarà inevitabile.

170 euro a megawattora contro 90

Per avere un’idea di numeri basta guardare ai decreti ministeriali per gli incentivi varati dal ministero per l’Ambiente: il decreto per l’agrivoltaico riconosce tariffe pari a 170 euro a megawattora (sono prezzi ai quali potrà vendere l’energia chi realizza l’impianto). Il fotovoltaico, come si legge nella bozza del decreto Fer X, è attorno a 80-90 euro a megawattora (anche se negoziati sono in corso per alzare questa soglia). Dunque, se la pressione del mercato viene spostata sull’agrivoltaico ci saranno una serie di effetti a catena. Per chi realizza impianti di questo tipo ci sono solo due fonti di ricavi: i contratti di lungo termine con una controparte impresa che acquista una fornitura di energia per un determinato numero di anni (i contratti Ppa). Sono contratti che in Italia hanno cominciato a diffondersi dopo la crisi energetica: le imprese energivore hanno cominciato a stipularli per calmierare i loro costi.

L’unica alternativa ai Ppa sono gli incentivi. Ma se le norme spingono sull’agrivoltaico e bloccano il resto ci sarà come conseguenza una riduzione dei contratti Ppa, perché sarebbe più difficile, a prezzi più elevati, trovare controparti sul mercato. La pressione si sposterebbe sugli incentivi, che per forza di cose sono quelli per l’agrivoltaico. Come abbiamo visto questi incentivi sono più elevati: una quota di essi (circa un miliardo) è finanziata a debito con il Pnnr. Ma se la spinta aumenterà, come inevitabile, quei fondi non basteranno: quindi ci sarà una fetta consistente di oneri di sistema per finanziare gli incentivi (molto più cari di quelli per il fotovoltaico) che finiranno tra le voci previsti in bolletta.



Source link

Inchiesta ligure, «a Toti 195mila euro da imprenditori dei rifiuti»



Si allarga l’inchiesta per corruzione e corruzione elettorale della Procura di Genova sul “sistema Toti”, il presidente della Regione Liguria finito agli arresti domiciliari: la procura va a caccia degli imprenditori coinvolti e nell’ordinanza si legge che tra i finanziatori di Change, la fondazione che faceva capo a Toti, e il Comitato Giovanni Toti, oltre agli imprenditori portuali ci sono anche quelli che si occupano di rifiuti e discariche.

Colucci, imprenditore per lo smaltimento dei rifiuti

Come Pietro Colucci, imprenditore campano che nel ’21 gestiva alcune discariche nella provincia di Savona destinate allo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi con recupero di materiali e di energia elettrica da biogas. In quell’anno la procura di Genova lo indaga per finanziamento illecito ai partiti con Toti (in particolare alla formazione politica del presidente) per corruzione.

Il finanziamento da 195mila euro

Secondo gli investigatori tra il 2016 e il 2020 Colucci, tramite le sue società, aveva finanziato con 195mila euro Toti. In quello stesso periodo «le società riconducibili al gruppo Colucci – si legge nell’ordinanza – avevano avuto come interlocutore istituzionale la Regione Liguria, competente al rilascio di autorizzazioni in materia di gestione delle discariche. Tutti i finanziamenti provenienti dalle società del gruppo riconducibile a Colucci e diretti al Comitato Change e al Comitato Giovanni Toti Liguria non erano stati deliberati dai rispettivi organi sociali e, in alcuni casi, non erano neppure stati inseriti in bilancio».



Source link

Casteldaccia: indagato titolare società Quadrifoglio


Operai morti in Sicilia

L’indagato è Antonio Di Salvo, della ditta che aveva le opere in subappalto

Parenti delle vittime del tragico incidente sul lavoro a Casteldaccia (Palermo), 06 maggio 2024. E’ di cinque morti e due intossicati, uno dei quali in gravi condizioni, il bilancio definitivo della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia.

ANSA/IGOR PETYX

C’è un indagato nell’inchiesta sulla morte dei 5 operai uccisi dal gas sprigionato dai liquami mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia. Si tratta di Antonio Di Salvo, il titolare della Quadrifoglio, la ditta che aveva le opere in subappalto. L’accusa è di omicidio colposo plurimo.

L’uomo avrebbe ricevuto in serata un avviso di garanzia, atto dovuto perchè possa nominare un medico legale di fiducia che parteciperà domani all’autopsia delle vittime. Al momento dunque Nicolò Di Salvo, (e non Antonio come scritto in precedenza ndr) che deve rispondere delle misure di sicurezza di cui aveva dotato gli operai, sarebbe l’unico indagato. Nell’incidente ha perso la vita il socio dell’imprenditore, Epifanio Alsazia. L’inchiesta è coordinata dalla pm Elvira Cuti. L’ autopsia, a cui potranno partecipare anche i consulenti dei familiari delle vittime, sarà eseguita all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo dalla dottoressa Stefania Zerbo.



Source link

Procedimento disciplinare Rai contro Serena Bortone: reazioni e conseguenze



«La Rai ha inviato una lettera di contestazione disciplinare a Serena Bortone in riferimento al post pubblicato dalla giornalista sui propri profili social il 20 aprile in merito alla vicenda Scurati. Come da prassi nella contestazione si chiedono alla giornalista eventuali giustificazioni e chiarimenti». Lo ha reso noto Viale Mazzini.

Pd: procedimento contro Bortone arrogante e minaccioso

Attacca il Pd, con i componenti Dem della commissione di vigilanza della Rai : «Il procedimento disciplinare dell’Ad Rai Sergio nei confronti di Serena Bortone – sottolineano – definisce l’idea che la dirigenza dell’azienda ha del pluralismo informativo. Siamo di fronte ad un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio. “Colpirne uno per educarne cento” è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l’azienda del servizio pubblico il megafono del governo».

L’a.d. Sergio: «Su Bortone non provvedimento disciplinare ma richiesta chiarimenti»

Intervenuto in serata in audizione in commissione Vigilanza, l’a.d. della Rai Roberto Sergio ha detto che, in merito al caso Scurati, «non è stata vietata né la partecipazione dell’ospite né la lettura del monologo». L’ad ha spiegato che «è stato contestato a Bortone, come avvenuto in analoghi casi, il post pubblicato sui social in violazione della normativa della policy aziendale: ci sono regole che devono essere rispettate da tutti i dipendenti. La normativa vieta di rilasciare dichiarazioni pubbliche su attività, notizie o fatti aziendali. La contestazione è un atto dovuto e seguirà l’iter previsto dal regolamento. Non è un provvedimento disciplinare, ma una richiesta di chiarimenti e spiegazioni che verranno valutati e poi si deciderà quale tipo di decisioni eventualmente intraprendere».

Sergio: «Accanimento distruttivo nei confronti della Rai»

Più in generale, Sergio ha messo in evidenza «l’accanimento distruttivo di cui Rai è vittima. Un accanimento che cerca di contrapporre a fatti, dati, numeri, risultati concreti e verificabili – come quelli che 15 avete ascoltato – delle fantasiose ricostruzioni quando non delle infamanti accuse che non solo danneggiano la reputazione e il valore della Rai ma che mortificano la comunità di donne e uomini che ogni giorno lavora per portare nelle case degli italiani il meglio delle loro capacità».

«Le reti generaliste Rai confermano la leadership»

«Vorremmo essere estremamente chiari su questo punto – ha poi continuato l’a.d in audizione. -: le reti generaliste Rai sia nell’intero anno 2023 che in questo primo quadrimestre del 2024 confermano la leadership degli ascolti. Questo è vero sia nell’intera giornata che nel Prime time. Nonostante gli impatti dell’ulteriore riduzione dei limiti di affollamento pubblicitario previsti per il 2023, la raccolta pubblicitaria ha registrato una crescita di più di 22 milioni di euro, a ulteriore dimostrazione dell’appeal dei prodotti Rai – ha proseguito -. Ancora una volta dobbiamo smentire e ribaltare la ”notizia” che vuole ascolti e conseguenti ricavi pubblicitari in calo».



Source link

Inchiesta Liguria, indagato anche il commissario del porto di Genova



Si allunga la lista delle persone coinvolte nell’inchiesta che ha portato all’arresto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: ci sono almeno altri dieci indagati, oltre ai 25 indicati nell’ordinanza, nell’ambito Tra questi Paolo Piacenza, dall’8 settembre 2023 commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. È indagato per abuso d’ufficio. Gli uffici e la residenza di Piacenza sono stati perquisiti dalla guardia di finanza.

Il legale di Toti: forme hanno indotto equivoci, nulla illecito

Intanto in un video diffuso dalla Regione Liguria l’avvocato Stefano Savi, difensore del governatore ligure, afferma che «le forme hanno potuto indurre equivoci ma in realtà non hanno mai sconfinato in nulla di illecito». Il prossimo step, ha aggiunto, «sarà venerdì 10 alle 14 per l’interrogatorio di garanzia. Successivamente – ha concluso – vedremo come comportarci. Nel frattempo stiamo esaminando e esamineremo tutti gli atti processuali».

Presidente Salone Nautico Genova autosospeso da incarico

Confindustria nautica annuncia che «in relazione alle indagini in corso, al di là della misura cautelare e dei suoi effetti, fino a quando non sarà fatta chiarezza il presidente Saverio Cecchi (indagato nell’inchiesta, ndr), con lo spirito di servizio che ha contraddistinto l’ultra quarantennale attività a favore della filiera, ha ritenuto di autosospendersi dall’incarico». Le attività dell’Associazione e del Salone Nautico Internazionale di Genova «proseguono senza interruzione alcuna, sotto la guida del consiglio di presidenza di Confindustria Nautica e del cda della società I Saloni Nautici srl».

Venerdì Toti dal gip

Il gip ha già fissato per Toti l’interrogatorio di garanzia che si terrà venerdì mentre il capo di gabinetto Matteo Cozzani e Spinelli verranno sentiti sabato. Domani, giovedì 9 maggio, sarà il turno di Paolo Signorini, che si trova nel carcere di Marassi.



Source link

Salvini attacca Macron sui soldati a Kiev: «Si faccia curare». E la Lega chiama l’ambasciatore francese in parlamento



Più si avvicina l’appuntamento con le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, più aumenta il pressing del leader della Lega Matteo Salvini sulla Ue e sui suoi leader principali. Il presidente francese Emmanuel Macron e l’ex presidente del Consiglio Mario Monti aprono alla possibilità di mandare truppe di terra in Ucraina? «Mi turba che dopo Macron, anche Monti oggi parli dell’invio di soldati italiani a combattere in Ucraina – è stato il commento del vicepremier Matteo Salvini -. Questi – ha aggiunto – vanno curati: chi la pensa così e lo dice come se fosse una cosa normale, vale per Macron e per Monti, sono pericolosi». Salvini ha così commentato la posizione espressa dall’ex premier Monti a Radio 24 a proposito del conflitto tra Russia e Ucraina. Monti avrebbe ipotizzato l’invio di truppe in Ucraina. «Parlare di soldati italiani che potranno andare a combattere e morire in Ucraina lo ritengo una cosa gravissima», ha aggiunto il vicepremier.

Lega: «Invitato ambasciatore a riferire alla Camera su Macron»

«L’invio diretto di truppe Ue nel conflitto in Ucraina sarebbe una follia, la Lega è completamente contro questa ipotesi», ha sottolineato il deputato della Lega Alessandro Giglio Vigna parlando in Aula alla Camera nell’ambito delle missioni internazionali e criticando le parole di Macron. Vigna ha riferito che in qualità di presidente della commissione Politiche Ue «ho invitato l’ambasciatore di Francia a venire a conferire davanti alla commissione che presiedo» su questo, «il Parlamento non ha potere di convoca è un invito ma ritengo che l’ambasciatore francese debba chiarire, precisare ed eventualmente smorzare le parole» di Macron.

Foti: «Salvini su Macron? Legittimo Capi Stato abbiano opinioni»

«Salvini su Macron? È legittimo che ogni capo di Stato abbia le sue opinioni su eventuali interventi che, però, ovviamente possono e devono impegnare il proprio paese. Dopodiché il resto non mi permetto di commentarlo perché non ne vedo la necessità». Lo ha detto il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti, commentando, interpellato in Transatlantico, le parole di Salvini sul presidente francese.

Tajani: «Non invieremo nessun soldato italiano in Ucraina»

In risposta all’attacco di Salvini a Monti e Macron, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito che «noi non invieremo nessun soldato italiano in Ucraina perché non è previsto né dalle iniziative della Nato né da quelle dell’Ue e poi noi non siamo in guerra con la Russia e siamo solo un Paese che difende il diritto dell’Ucraina a essere libera». «Noi – ha aggiunto – diamo aiuti militari all’Ucraina coscienti che tutto ciò che arriva deve essere usato in territorio ucraino e non in quello russo».



Source link

Regione Lazio, al via il progetto «Ti Rispetto» contro bullismo e violenza sulle donne


La Regione Lazio, insieme alle associazioni partner del Progetto, ha presentato presso la sede WeGil a Roma “Ti Rispetto”, iniziativa che prenderà avvio nei prossimi giorni. “Ti Rispetto” è rivolta agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, a docenti e famiglie, con l’obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche della violenza contro le donne, del bullismo e del cyberbullismo, e per favorire un modello sociale solidale, la libertà dell’individuo e contrastare ogni forma di violenza. Alla presentazione sono intervenuti l’assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile, Simona Renata Baldassarre; l’attrice Maria Grazia Cucinotta e il presidente di Lazio Innova Francesco Marcolini.

Da sinisrtra, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, l’assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile della Regione Lazio Simona Renata Baldassarre e Marzia Roncacci del Tg2

Le associazioni

Hanno partecipato inoltre i rappresentanti delle realtà e associazioni partner del progetto: Francesco Spano, segretario generale Fondazione Museo MAXXI; Laura Bugliesi, responsabile progetti del MOIGE (Movimento Italiano Genitori); Fausto Costantini, direttore artistico dell’Associazione TeatroPer e Miriam Incurvati, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Progetto Pioneer.

Le iniziative

In particolare, il MOIGE, nell’ambito di “Ti Rispetto”, curerà il progetto “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro la violenza sulle donne, il cyberbullismo e i cyber risk”, coinvolgendo 20 istituti scolastici del Lazio, 2.400 studenti, 20 docenti e 4.800 genitori; il MAXXI organizzerà, fino alla fine del 2024, 25 percorsi guidati per studenti e insegnanti di 5 scuole del Lazio in un viaggio formativo all’insegna dell’arte, dell’architettura e della fotografia; l’Associazione culturale Teatro Per, con il progetto “Fragilmente – fatti unici”, coinvolgerà gli studenti di 5 scuole del Lazio in laboratori teatrali, con registi e attori professionisti, sul tema del contrasto alla violenza sulle donne; l’Associazione Progetto Pioneer, coinvolgerà gli studenti con l’iniziativa “Una lezione (im)possibile”, imperniata sullo spettacolo motivazionale dell’illusionista della mente Cristopher Castellini.

L’attrice Maria Grazia Cucinotta

«Ambasciatori del rispetto»

«La violenza sulle donne, il bullismo e la sopraffazione sono fenomeni che possiamo affrontare e superare partendo dalla scuola. Insieme ai nostri autorevoli partner, puntiamo quindi sui giovani per trasformarli in ambasciatori del rispetto. La nostra iniziativa è anche un contenitore di idee, spunti e attività che, sfruttando l’arte, la fotografia, il teatro, l’intrattenimento, accompagnano i ragazzi in un percorso positivo che dà valore a un nuovo tipo di relazione fra donne e uomini. Una relazione basata sull’ascolto, e che ci responsabilizzi rispetto alla promozione delle pari opportunità», ha commentato Simona Renata Baldassarre.

La piattaforma

Importante strumento di promozione di “Ti Rispetto” sarà la piattaforma web del progetto, ideata e sviluppata con contenuti, risorse e iniziative rivolti alla target audience, in collaborazione con i partner. La piattaforma ha l’obiettivo di intrattenere, informare, sensibilizzare e supportare i giovani destinatari, anche in collaborazione con testate radiotelevisive e web che metteranno a disposizione contenuti audiovisivi sui temi dell’iniziativa.



Source link

Ponti di primavera: ecco i cantieri rimossi su strade e autostrade e i percorsi alternativi



Piano di alleggerimento dei cantieri in vista dei ponti di Primavera. Da giovedì 25 aprile 2024 a lunedì 6 maggio Anas, Società del Polo Infrastrutture del Gruppo Fs Italiane, in previsione dell’incremento del traffico sulla propria rete stradale e autostradale ha deciso di rimuovere 564 cantieri, il 56 % del totale, con l’obiettivo di limitare disagi alla circolazione e garantire una viabilità più fluida.

Sui restanti 459 cantieri inamovibili Anas ha previsto per i giorni di maggior traffico un programma di percorsi alternativi per le tratte più critiche. Durante l’intero periodo sarà aumentata la sorveglianza e garantita la presenza costante del personale. Viabilità Italia prevede bollino rosso nella mattinata di giovedì 25 aprile e nei pomeriggi di domenica 28 aprile e domenica 5 maggio.

Tra gli itinerari preferiti dai turisti, le grandi città d’arte e le località balneari, mentre a livello regionale si prevedono flussi intensi verso Lazio, Campania, Liguria, Puglia, Toscana e Abruzzo.

I consigli di Anas per viaggiare sicuri

Per i rientri verso le grandi città il traffico si concentrerà lungo le maggiori direttrici a partire dal pomeriggio di domenica 28 aprile e domenica 5 maggio. Tra gli itinerari interessati: nel Lazio, il Grande Raccordo Anulare e la A91 Roma-Fiumicino; nel milanese la statale 36 del Lago di Como e dello Spluga; a Torino il Raccordo Autostradale 10 Torino-Caselle e a Napoli la statale 163 Amalfitana. 

Per favorire gli spostamenti, la circolazione dei mezzi pesanti sarà sospesa giovedì 25 aprile, domenica 28 aprile, mercoledì 1° maggio dalle 09.00 alle 22.00. Anche in vista del controesodo nella giornata di domenica 5 maggio il blocco sarà in vigore dalle 09.00 alle 22.00.



Source link

Def, Camera approva risoluzione di maggioranza con 197 sì



L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Def con 197 voti a favore, 126 voti contrari e 3 astenuti. Nel documento si impegna l’Esecutivo a «presentare quanto prima il quadro programmatico, nell’ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo». Il Governo si era espresso negativamente sulle risoluzioni delle opposizioni

Def, risoluzione maggioranza: presentare quanto prima il quadro programmatico

Nella risoluzione si evidenzia, tra l’altro, che «i dati presentanti nel Documento mostrano il rispetto delle indicazioni delle Autorità europee per il 2024 relativamente all’evoluzione della spesa primaria netta; le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento di economia e finanza 2024 sono state validate dall’Ufficio parlamentare di bilancio».

Giorgetti: quadro programmatico entro l’estate

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nell’audizione di lunedì sera sul Def (solo tendenziale) alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha spiegato quadro programmatico della finanza pubblica italiana arriverà «entro l’estate» con il Piano fiscale previsto dalle nuove regole Ue, «che il Parlamento avrà modo di esaminare e approvare prima dell’invio alle autorità europee» entro il 20 settembre.

Occhi puntati sulla riduzione del rapporto debito/Pil

Giorgetti ha anche iniziato a fornire gli ingredienti delle prossime decisioni del Governo. Che, ha spiegato il titolare dei conti italiani, oltre a «effettuare un attento monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica», utilizzando gli strumenti messi in campo dall’ultimo decreto anti Superbonus, «è intenzionato ad adottare misure normative tali da consentire un riallineamento ai valori programmatici ancora vigenti» e a «migliorare anche gli andamenti di cassa, rimodulando il profilo del rapporto debito/Pil e riducendolo già nel breve periodo».



Source link