Alluvione in Emilia-Romagna, trovato il colpevole: è il cambiamento climatico



Mentre gli emiliano-romagnoli rimettono gli stivali e infuria la polemica sulle responsabilità dell’alluvione che ha investito i territori già colpiti un anno fa, c’è un numero che il dibattito ha lasciato colpevolmente sotto traccia.

Sono i 350 millimetri di pioggia caduti in alcune zone della Romagna in circa 48 ore. Sono 35 centimetri di acqua, quasi mezzo metro, un’enormità. Come sottolinea l’Arpa dell’Emilia-Romagna, nel maggio 2023 furono 400-450 i millimetri d’acqua caduta, ma spalmati su due alluvioni a distanza di 15 giorni.

«Come singolo evento meteo quello dei giorni scorsi è stato peggiore dei due precedenti del maggio 2023 – spiega al Sole 24 Ore Paolo Alberoni, direttore della struttura IdroMeteoClima di Arpa Emilia-Romagna – L’estensione geografica è paragonabile, mentre gli effetti fortunatamente sembrano inferiori».

Emilia-Romagna nel mirino

Perché questo accanimento delle precipitazioni sull’Emilia-Romagna? Un puro caso? «Assolutamente no – risponde Alberoni – Tutto dipende dalla configurazione meteorologica. Quando il ciclone, come è avvenuto questa volta, è posizionato nel Tirreno, tra la costa italiana e la Corsica e la Sardegna, la circolazione atmosferica in senso antiorario fa sì che si sposti nell’Adriatico e poi rientri sulla terra all’altezza dell’Appennino tosco-emiliano. L’ostacolo delle montagne fa salire di altezza le nubi provocando una ulteriore condensazione e quindi abbondanti precipitazioni».

I 100 anni diventati 16 mesi

Se dunque la gravità dell’evento era prevista, tanto che era stata diramata l’allerta rossa in tutta la zona, resta il fatto che si tratta di precipitazioni assolutamente fuori norma. Uno studio condotto dalla Commissione tecnico-scientifica istituita dall’Emilia-Romagna dopo le inondazioni del maggio 2023 ha rivelato l’unicità di quel fenomeno, con l’ultimo episodio – peraltro di minore intensità – nel lontano 1939. «Un evento – era la conclusione del rapporto del dicembre scorso – senza precedenti nella storia osservata. I tempi di ritorno del singolo evento del 16 maggio 2023 risultano maggiori di circa 60 anni, per i bacini ove l’evento è stato meno gravoso, e superiori a 500 anni ove le esondazioni sono state più significative. L’inclusione dei dati osservati nel 2023 riduce, com’è ovvio, i valori del tempo di ritorno stimati, che rimangono però spesso superiori ai 100 anni».



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Partite Iva, pronto il tachimetro dell’evasione per evitare i controlli selettivi



La partita del Concordato entra nel vivo. Come annunciato in piena estate la Sogei è pronta a rilasciare il tachimetro del rischio evasione per spingere le partite Iva ad aderire al concordato preventivo biennale (Cpb) in vista della scadenza del 31 ottobre. Nel cassetto fiscale di 2,7 milioni di ditte, autonomi e società interessate dalle pagelle fiscali (gli Isa) debutta, come detto dal 20 settembre, l’indicatore del grado di fedeltà fiscale per convincere gli indecisi ad accettare la proposta del Fisco sul reddito biennale proposto per il 2024 e il 2025. Grazie al lavoro congiunto tra il partner tecnologico Sogei (guidato dall’amministratore delegato Cristiano Cannarsa), agenzia delle Entrate e altre componenti dell’amministrazione finanziaria, nel cassetto fiscale dei contribuenti interessati c’è un riscontro diretto del proprio livello di affidabilità in termini di redditi dichiarati. Un lavoro che si collega direttamente alla possibilità di individuare i contribuenti meno affidabili che non aderiranno al concordato attraverso liste selettive, come ha ricordato il viceministro all’Economia Maurizio Leo nell’intervista durante Speciale Telefisco del 19 settembre.

Come funziona il tachimetro

Il tachimetro dell’evasione è articolato su tre diversi colori: rosso per i voti da zero a sei, giallo dal sei fino all’otto e verde dall’otto al dieci. Ma non solo, perché mette in chiaro per chi rientra nell’area del regime premiale (dall’otto a salire) i possibili vantaggi conseguibili in termini di riduzione degli adempimenti (garanzie per rimborsi) o dei termini per determinate tipologie di controlli. A questo si aggiunge poi un rafforzamento della moral suasion verso chi presenta un più alto rischio di infedeltà: in un foglio pdf il Fisco illustra, infatti, i vantaggi offerti dal concordato, oltre all’invito a rimediare alle eventuali anomalie riscontrate.

Trasparenza tra fisco e contribuenti

Di fatto è un gioco a carte scoperte. Il Fisco fa sapere ai contribuenti se sono ritenuti affidabili o meno in base al voto ottenuto nelle ultime pagelle fiscali compilate. Il meccanismo tiene conto, infatti, di chi ha inviato la dichiarazione 2024 (anno d’imposta 2023) e di chi ha già accettato il risultato proposto dal concordato preventivo, imboccando così il percorso virtuoso che porta progressivamente al dieci in pagella al termine del biennio dell’accordo preventivo con l’amministrazione finanziaria.

Le risorse del concordato

Come ribadito dallo stesso viceministro Leo, il concordato preventivo è un’occasione per far emergere redditi e quindi imposte che possono contribuire a migliorare i saldi di finanza pubblica ed essere così dirottate su ulteriori interventi di riduzione della pressione fiscale: in ottica manovra, c’è in ballo non solo la conferma delle tre aliquote Irpef ma anche un possibile taglio della seconda aliquota dal 35% al 33% con un ampliamento dello scaglione di riferimento degli attuali 50mila a 60mila euro. Misure però costose: dai 2,5 ai 4 miliardi a seconda di dove si colloca il livello dell’intervento. Ecco perché il concordato può garantire almeno nell’ottica di un biennio una previsione stabile di incassi dall’autoliquidazione delle partite Iva.

Le liste selettive

Per chi non aderirà, comunque, la scelta non rimarrà priva di effetti. Un voto di scarsa fedeltà fiscale indicato sul tachimetro, e a cui non si è posto rimedio, potrà infatti comportare una sorta di status di “osservato speciale”. Nessun accertamento diretto, anche perché dietro un voto negativo alle pagelle fiscali non c’è sempre un’evasione ma può esserci un andamento negativo dell’attività economica svolta. Ma l’incrocio dei dati, o come viene adesso definita dall’attuazione della delega l’«interoperabilità delle banche dati», potrà consentire in modo mirato di definire delle liste di contribuenti a rischio evasione, su cui agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza concentreranno le loro attenzioni per riscontrare se ci sono effettivamente dei redditi nascosti e quindi imposte non versate.



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“Innocente” inaugura il Festival del podcasting: una maratona fra le serie più appassionanti, dal crime alla sostenibilità



Via a Roma, nella Casa delle tecnologie emergenti della Stazione Tiburtina, alla IX edizione del Festival del Podcasting, un evento dedicato a chi lavora nel mondo dei podcast e del digital audio entertainment. Si svolge in collaborazione con Rome Future Week, su media e informazione, scienza e innovazione, creatività e storytelling, città e culture.

Fino al 5 ottobre eventi nelle grandi città

Fino 5 ottobre 2024 eventi in diverse grandi città Italiane. La chiusura a Milano sabato 5 ottobre con un incontro tra tutte le componenti dell’industry: piattaforme, editori, produttori e podcaster. Moltissimi gli eventi dal vivo, una giornata online il 30 settembre, per l’International Podcast Day. «Anno dopo anno le più importanti realtà della industry hanno scelto il Festival del podcasting come occasione per condividere esperienze e creare sinergie per la crescita del settore», sottolinea Ester Memeo, founder di Podstar.it e organizzatrice del Festival di podcasting. «Il Festival offre tanti corsi di podcast gratuiti e occasioni di networking perché Assipod.org, Associazione itaiana del podcasting, crede nel grande potenziale innovativo di podcaster e professionisti del settore», spiega Giulio Gaudiano, presidente di Assipod (Associazione italiana podcasting) e direttore artistico del Festival del podcasting.

Il podcast Innocente inaugura il Festival

È stato il podcast “Innocente. La storia di Beniamino Zuncheddu”, prodotto da Sole 24 Ore e Radio 24, curato dalla giornalista Nicoletta Cottone, a inaugurare il Festival. Insieme a Irene Testa, garante dei detenuti della Sardegna e tesoriera del Partito radicale è stata ricostruita la vicenda del pastore sardo, un innocente in carcere per quasi 33 anni, vittima di inganni e false testimonianze. Un calvario quello di un uomo innocente condannato all’ergastolo per un triplice omicidio che non aveva commesso. «Chiunque se avesse studiato a fondo la vicenda si sarebbe reso conto che Beniamino con quella storia non c’entrava niente, che era solo un capro espiatorio servito per coprire una vicenda di altra natura. Perfetto perché era indifeso. Non era capace di difendersi, di gridare la sua innocenza». Proprio Irene Testa ha avuto un ruolo fondamentale nel caso perchè ha reso nota la vicenda a livello nazionale grazie a una serie di manifestazioni fuori dal tribunale di Roma, organizzate dal Partito radicale. «Servirebbe una previsionale dopo un’assoluzione dopo tanti anni di carcere – sottolinea Irene Testa – mentre invece oggi passano anni prima di ottenere il giusto risarcimento. Oggi lo Stato, di fatto, ha lasciato Beniamino solo con il suo sacchetto di effetti personali con il quale è uscito dal carcere di Uta».

Innocente, presto un nuovo episodio sulla battaglia per il risarcimento

Una vita spezzata quella di Beniamino Zuncheddu. E oggi che è tornato un uomo libero è ancora prigioniero del passato perchè non avendo potuto avere un lavoro non dispone di un reddito e se non avesse una famiglia alle spalle sarebbe un barbone. E ora non basta avergli restituito la libertà, ma occorre un congruo risarcimento: su questo uscirà a fine ottobre un nuovo episodio del podcast “Innocente”.

“Come una marea” racconta le 87 ore da incubo di Franco Mastrogiovanni

Il secondo podcast presentato al Festival è stato “Come una marea” di Francesca Zanni, prodotto da Radio 24, che ricostruisce le 87 ore di Tso di Franco Mastrogiovanni, un maestro elementare di 58 anni ricoverato presso il San Luca di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, il 31 luglio 2009. Sono le 87 ore in cui è stato legato mani e piedi e non ha potuto muoversi, mangiare o lavarsi. Sono 87 ore che gli hanno causato una morte lenta e terribile, che lo ha portato via, come una marea.



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Manovra, verso il sì al piano per l’Europa. Tutte le speranze appese alla revisione del Pil



Da un lato la procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo, aperta da Bruxelles sulla base del deficit del 2023, pari al 7,4% del Pil. Dall’altro i vincoli numerici e gli impegni programmatici imposti dal nuovo Patto di stabilità. Quel che si va preparando per i conti pubblici è un percorso inedito, non ancora del tutto definito in tutti i dettagli. Lo attesta anche la decisione del Governo, comunicata alla Commissione europea, di presentare il Piano strutturale di bilancio (approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri) non più alla scadenza (peraltro non perentoria) del 20 settembre ma dopo il dibattito parlamentare e comunque dopo aver acquisito l’aggiornamento dei dati Istat il prossimo 23 settembre. Da cui sono attese nuove stime al rialzo per il Pil del 2021 con effetti a cascata sui conti pubblici che potrebbero aprire nuovi margini a beneficio della prossima legge di Bilancio. Ma al di là degli aspetti procedurali, quel che conta sono gli effetti sul versante dei conti pubblici (con riferimento al nuovo parametro della spesa primaria netta) del combinarsi della procedura di infrazione con il percorso di rientro dal deficit fissato dalla nuova governance europea.

La procedura di infrazione

La procedura di infrazione per disavanzo eccessivo prevede che il percorso correttivo della spesa primaria netta dovrà assicurare una riduzione minima annua del saldo complessivo strutturale di 0,6 punti percentuali di Pil. Solo per il triennio 2025-2027 la correzione richiesta non terrà conto dei maggiori costi legati all’incremento della spesa per interessi. Quindi, in tali anni la correzione minima richiesta sarà applicata sul saldo primario strutturale. Un impegno non da poco che vale attorno ai 13 miliardi l’anno. A novembre sarà la nuova Commissione a fissare attraverso le nuove “raccomandazioni” il percorso di rientro, tenendo conto dei contenuti del Documento programmatico di Bilancio e della legge di Bilancio nel frattempo all’esame del Parlamento. Quanto al nuovo Patto di stabilità, in linea con la “traiettoria tecnica” inviata da Bruxelles lo scorso 21 giugno, e con il Piano strutturale di bilancio che ne è la diretta emanazione, il debito pubblico deve essere collocato su un percorso di riduzione “plausibile” nel medio termine.

Il disavanzo

Il disavanzo deve tendere a ridursi al di sotto del 3% del pil sempre nel medio termine. Il disavanzo strutturale dovrà tendere a un valore non superiore all’1,5% del Pil attraverso miglioramenti del saldo primario strutturale di almeno 0,4 punti percentuali all’anno per un piano di aggiustamento di quattro anni e di 0,25 punti in caso di orizzonti più lunghi. E’ il caso dell’Italia che prevede un orizzonte temporale di sette anni. Come si può desumere, i margini a disposizione per finanziare nuove spese o procedere a corpose riduzioni del carico fiscale, in mancanza di un potenziamento della spending review e di introiti certi e contabilizzati della lotta all’evasione o di nuove entrate strutturali, appaiono alquanto esigui. Occorrerà riferirsi alla spesa totale delle amministrazioni pubbliche al netto delle misure discrezionali in materia di entrata, della spesa per interessi, della componente ciclica della spesa per disoccupazione, della spesa per programmi interamente finanziati da fondi europei, della spesa nazionale per il co-finanziamento di programmi europei e di misure di bilancio “one off” e temporanee. La sfida è sulla crescita e da questo punto di vista, superando anche l’orizzonte temporale del Pnrr, la partita decisiva la si giocherà con il piano di riforme e investimenti da indicare nel Piano, condizione indispensabile per ottenere l’allungamento da quattro a sette anni del suo periodo di vigenza. Per la manovra servono coperture certe. La strada del nuovo deficit percorsa con la legge di Bilancio del 2024, pari a 15,7 miliardi, è preclusa.



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Calderone: accompagnare le transizioni in atto con un grande investimento sulle competenze



«Siamo in presenza di un cambiamento epocale e per accompagnare le transizioni in atto serve un grande investimento sulle competenze, soprattutto a tutela delle persone più fragili». Intervenendo al XXIV Congresso mondiale della Società internazionale di diritto del lavoro e della sicurezza sociale (Islssl): “Il lavoro in un mondo che cambia: la ricerca dei diritti del lavoro e della giustizia sociale”, che si è aperto a Roma, presso l’Auditorium “Parco della Musica”, il ministro del lavoro Marina Calderone, ha richiamato le conclusioni del documento approvato all’unanimità dal G7 Lavoro a Cagliari con il piano d’azione per rispondere a tre sfide epocali: «L’intelligenza artificiale deve svilupparsi mettendo l’uomo al centro, per produrre benefici ai lavoratori favorendo un lavoro di qualità – ha scandito il ministro dal palco -, insieme al tema della formazione continua, l’altra grande sfida è quella della riduzione progressiva della popolazione in età da lavoro che chiama in causa le policies per favorire l’invecchiamento attivo e il trasferimento di competenze tra generazioni. Occorre accompagnare il cambiamento con sistemi regolatori flessibili e dinamici, per far sì che l’innovazione tecnologica non comprima i diritti della persona. Centrale sarà l’apporto degli specialisti di diritto del lavoro, per disegnare un sistema di garanzie nel mercato del lavoro che cambia».

I numeri del XXIV Congresso Islssl

Oltre 700 iscritti e studiosi provenienti da 87 Paesi partecipano fino al 20 settembre al congresso mondiale per discutere dell’evoluzione del mondo del lavoro, condividere i risultati di nuove ricerche, proporre soluzioni e nuovi filoni di indagine, e diffondere informazioni relative a studi e pubblicazioni su libri o riviste.

«Questo incontro riflette il nostro impegno comune a far progredire in ogni campo la conoscenza giuridica, economica e sociale in un’epoca di rapida trasformazione. Ma testimonia anche l’importanza della collaborazione internazionale nell’affrontare le complesse sfide del diritto del lavoro di oggi. All’Università Mercatorum crediamo nella promozione del dialogo che trascende i confini e le discipline. Ospitare questo congresso rafforza anche il nostro impegno nella promozione della giustizia sociale, di pratiche di lavoro eque e di quadri giuridici innovativi», ha dichiarato Giovanni Cannata, Rettore dell’Universitas Mercatorum.

Violante: aggiornare le categorie contrattuali per difendere i diritti dei lavoratori

Luciano Violante, presidente del Gruppo Multiversity nel suo intervento ha ricordato che «siamo in un’epoca di profondi cambiamenti, occorre favorire il passaggio dal vecchio al nuovo aggiornando le categorie contrattuali per difendere i diritti fondamentali dei lavoratori. L’ingresso delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro richiede nuove competenze, c’è il rischio di di espulsioni di una buona fetta di lavoratori e quindi è centrale il tema delle nuove garanzie per il lavoro».

La «diffusione del sapere e promozione della ricerca scientifica in una prospettiva internazionale sono una priorità per Mercatorum, e per tutto il gruppo Multiversity. Questo congresso ne è una chiara dimostrazione» ha concluso Fabio Vaccarono, Ceo di Multiversity e presidente dell’Universitas Mercatorum, «sfide senza precedenti, dalla trasformazione digitale alle crescenti disuguaglianze sociali, richiedono al diritto del lavoro di evolvere, in un quadro normativo che risponda a questi cambiamenti. Il ruolo di promotore e organizzatore di questa iniziativa del nostro Ateneo riflette tale visione per il futuro».



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Riesumati i corpi dell’ex deputato Matacena e della madre morti a Dubai. Indagata la moglie




La Procura di Reggio Calabria ha disposto la riesumazione e l’autopsia delle salme di Amedeo Matacena, armatore ed ex parlamentare di Forza Italia morto il 16 settembre 2022 a 59 anni per un infarto mentre era latitante a Dubai dove si era trasferito da tempo per sfuggire alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, e della madre Raffaella De Carolis, morta anche lei nella città degli Emirati Arabi, due mesi prima del figlio. Nell’inchiesta risulta indagata Maria Pia Tropepi, la seconda moglie dell’ex parlamentare azzurro. L’ipotesi di reato è duplice omicidio.

Lo scontro in famiglia sul destino della salma di Matacena

Subito dopo la morte di Matacena c’era stato uno scontro tra le anime della sua famiglia. Proprio Maria Pia Tropepi, ex modella e medico, sposata da Matacena a Dubai e al tempo in attesa di due gemelli, era intervenuta per replicare ad uno dei due figli di Matacena, il primogenito Athos (avuto dall’armatore dal matrimonio con Chiara Rizzo) aveva chiesto il rientro della salma del padre in Italia. La donna era intervenuta per evidenziare che il desiderio del marito era di essere cremato a Dubai.

La condanna e la latitanza

Matacena, negli anni vissuti a Dubai dopo la condanna, aveva sempre rifiutato l’etichetta di latitante, definendosi “rifugiato”. I tentativi messi in atto più volte dal ministero della Giustizia di ottenerne l’estradizione in Italia erano andati sempre a vuoto e così Matacena aveva continuato a vivere nel suo rifugio dorato degli Emirati arabi, mantenendo comunque un’attenzione costante alle vicende giudiziarie in cui era coinvolto.

Nato nel 1963 a Catania, Amedeo Gennaro Raniero Matacena era figlio di Amedeo senior (morto nel 2003), fondatore della società “Caronte” per la gestione dei servizi di traghettamento nello Stretto di Messina e già presidente della Reggina calcio. Matacena, in passato, era stato legato all’annunciatrice televisiva Alessandra Canale. Dopo il divorzio dall’ex moglie, Chiara Rizzo, si era da poco risposato con Maria Pia Tropepi, ex modella e medico.

Era stato eletto in Parlamento nel 1994 con Forza Italia e confermato nella carica nel 1996 ma poco tempo dopo era incappato nelle maglie della giustizia con il coinvolgimento in un troncone della maxi inchiesta “Olimpia” nell’ambito della quale gli era stata inflitta la condanna definitiva a cinque anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto riconosciuto uomo politico di riferimento delle cosche reggine a salvaguardia dei loro interessi. La pena venne successivamente ridotta dalla stessa Suprema corte a tre anni. Rimase in cella 15 giorni nell’agosto 2013, dopo i quali fu rimesso in libertà.



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Mattarella: «Scuola pilastro della Repubblica, ora risorse adeguate. Disagio giovanile questione nazionale»




«Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari nella cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025.

Mattarella: retribuzioni dei docenti spesso non all’altezza

Per Mattarella «agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente». Poi l’elogio. «Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia»

«Disagio giovanile grande questione nazionale»

Particolare attenzione poi il capo dello Stato l’ha rivolta al disagio giovanile. «Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili» ha detto il presidente della Repubblica. «Il disagio giovanile – ha aggiunto – è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria».

«’Europa è l’orizzonte della nostra scuola»

Importante poi è che il mondo della scuola conservi un orizzonte europeo. «Va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come PNRR, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. E’ necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola» ha chiosato Mattarella.



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Mattarella: «Scuola pilastro della Repubblica, ora risorse adeguate. Disagio giovanile questione nazionale»




«Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari nella cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025.

Mattarella: retribuzioni dei docenti spesso non all’altezza

Per Mattarella «agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente». Poi l’elogio. «Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia»

«Disagio giovanile grande questione nazionale»

Particolare attenzione poi il capo dello Stato l’ha rivolta al disagio giovanile. «Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili» ha detto il presidente della Repubblica. «Il disagio giovanile – ha aggiunto – è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria».

«’Europa è l’orizzonte della nostra scuola»

Importante poi è che il mondo della scuola conservi un orizzonte europeo. «Va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come PNRR, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. E’ necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola» ha chiosato Mattarella.



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Saipem si aggiudica contratto offshore in Qatar per 4 miliardi



Infrastrutture energetiche

Comprende l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fabbricazione e l’installazione di 6 piattaforme, di circa 100 km di condotte sottomarine rigide in lega anticorrosione con diametro di 24 e 28 pollici, di 100 km di cavi compositi sottomarini, di 150 km di cavi in fibra ottica e di diverse altre strutture sottomarine

di Redazione Roma

Saipem si è aggiudicata un contratto Epc offshore da QatarEnergy Lng per i pacchetti combinati Comp3a & Comp3b del progetto “North Field production sustainability offshore compression program”, finalizzato a sostenere la produzione del giacimento offshore di gas naturale North Field, situato al largo della costa nord-orientale del Qatar. Lo rende noto la società spiegando che il valore del contratto è di circa 4 miliardi di dollari.

Le attività di Saipem comprendono l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fabbricazione e l’installazione di 6 piattaforme, di circa 100 km di condotte sottomarine rigide in lega anticorrosione con diametro di 24 e 28 pollici, di 100 km di cavi compositi sottomarini, di 150 km di cavi in fibra ottica e di diverse altre strutture sottomarine.

«Questo importante contratto fa seguito al pacchetto EPC per il progetto North Field Production Sustainability Offshore Compression Complexes – [COMP 2], che Saipem si è aggiudicato nell’ottobre 2022 e attualmente in fase di esecuzione. Tale progetto consolida ulteriormente il posizionamento e il track record di Saipem in Qatar», afferma la società nella nota.



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