Olimpiadi Parigi: Ganna argento nella crono, è la prima medaglia per l’Italia



Un fantastico Filippo Ganna regala all’Italia la prima medaglia alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’azzurro ha vinto l’argento nella cronometro di ciclismo su strada con il tempo di 36’27”08 preceduto di appena 14”92 dal solo Remco Evenepoel. Il fenomeno belga ha vinto la medaglia d’oro con il tempo finale di 36’12”16. Medaglia di bronzo ad un altro belga, Wout Van Aert con il tempo di 36’37”79 staccato di 25”63 dal compagno di squadra.

«Un po’ di rammarico c’è però non mi ha battuto uno qualunque ma un fuoriclasse. Io ho cercato di dare tutto fino alla fine. Abbiamo lavorato tanto e un grazie speciale va al mio allenatore che mi è stato sempre vicino, mi ha seguito anche in altura. Se questa notte riuscirò a dormire? Sì, certo». Così Filippo Ganna, ai microfoni Rai, dopo il secondo posto, e la medaglia d’argento, nella crono dell’Olimpiade di Parigi. «Ora torno in Italia per prepararmi con i miei compagni della pista – dice ancora – poi sarò di nuovo qui».

Ganna è stato salutato dopo la gara dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il ciclista italiano ha ricevuto la stretta di mano e le congratulazioni del Capo dello Stato con il quale ha poi scambiato due battute. “Ci abbiamo provato”, ha detto Ganna, riferendosi alle chance di oro, e Mattarrella ha replicato: “Bene, bene, dai..”.



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Giorgetti: «Sulle tasse ai miliardari decisione degli Stati, avanzare con le tasse sulle multinazionali»



Sulla tassa per i super-ricchi, “siamo a favore, ma bisogna discutere bene rispetto ad un principio che non deve essere messo in discussione: la ownership”. Lo ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti, a margine del G20 a Rio de Janeiro. “E’ chiaro – ha affermato – che la decisione di come tassare, quanto e quando è degli Stati nazionali, non può essere richiamata, né in sede G20, né in sede Onu. Questo è un preciso limite che tanti Paesi hanno messo, e su cui non intendiamo derogare”.

Avanzare con le tasse sulle multinazionali

“Se inseguiamo la global minimum tax” sui super-ricchi “prima dovremmo fare quella sulle grandi multinazionali e purtroppo il pilastro uno dell’accordo multilaterale è drammaticamente ai box, bloccato da India, Cina e clamorosamente anche da Australia e quindi gli americani non danno il via libera” ha aggiunto il ministro delle Finanze. “Se mancano India, Cina, e gli Stati Uniti, mi sembra evidente che manchi la base imponibile. Quindi, noi abbiamo insistito, con sempre minori speranze, sull’attuazione del primo pilastro sulla tassazioni delle grandi multinazionali”.

La nostra priorità è sul piano Mattei in Africa

“L’Italia ha il piano Mattei. Abbiamo ribadito anche con la Banca Mondiale, la concentrazione del nostro interesse strategico è sull’Africa, perché tra le tante le necessità e i tanti bisogni a livello globale, noi abbiamo un interesse specifico a focalizzare lo sviluppo sull’Africa, in modo coordinato, nell’ambito del nostro piano Mattei” ha sottolineato Giorgetti. “Quindi con la World Bank abbiamo parlato proprio di questo – ha osservato -. C’è la disponibilità a concentrare l’attenzione su quei tre o quattro Paesi su cui intervenire”.

Sugli asset russi siamo ad un bivio

Il dossier sugli extraprofitti degli asset russi immobilizzati, “come giustamente le banche centrali ci hanno fatto osservare, è un terreno molto scivoloso, dove c’è una chiara condivisione politica, ma dove bisogna stare molto attenti a quello che si fa, sia sotto il profilo legale in senso stretto, sia sotto il profilo reputazionale in senso lato” spiega il ministro. “Credo che siamo vicini ad una soluzione che possa salvare queste dimensioni. Anche in questo caso, sul tavolo ci sono due opzioni a livello europeo. Il lavoro della presidenza italiana del G7 ha portato al calcio di rigore, però a questo punto bisogna capire se in Europa si riesce a muovere a livello di unanimità, e questo permetterebbe con i 27 Paesi di cambiare la regolazione, e rendere questo sistema perpetuo, o comunque definito fino alla fine della guerra. Oppure invece – evidenzia – se dobbiamo accontentarci del continuo rinnovo, come si fa con le sanzioni periodicamente (semestralmente, ogni anno o ogni due) che raggiunge il medesimo scopo, ma che per gli Usa non è totalmente soddisfacente perché non offre questo tipo di assicurazione definitiva che loro richiedono di fronte al Congresso. Quindi siamo in questa situazione. Molto dipenderà dall’atteggiamento dell’Ungheria, e vedremo tra settembre-ottobre, vista la particolare fretta per definire il quadro prima delle elezioni americane”.

Panetta: buona la soluzione del G7 italiano su asset russi

“La soluzione sugli extraprofitti sugli asset russi immobilizzati che è stata trovata sotto la presidenza italiana è molto più ragionevole delle proposte precedenti. E’ una soluzione che non viola il diritto internazionale, e che reperisce risorse necessarie all’Ucraina, e per questo motivo ha trovato l’accordo dei sette Paesi” ha evidenziato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta a margine del G20 a Rio. “E’ una soluzione che estrae risorse dagli asset russi immobilizzati, soprattutto in Europa, ma al tempo stesso non crea un precedente nella violazione del diritto internazionale”.



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la Liguria si prepara per nuove elezioni regionali”




Giovanni Toti ha dato le dimissioni dall’incarico di governatore della Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo della Regione è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti. Quest’ultimo, a due terzi del suo secondo mandato da governatore, era stato eletto per la prima volta presidente alla guida della Regione Liguria l’11 giugno 2015 e confermato alle elezioni regionali del 2020. Il passo indietro del governatore, ai domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione (e più di recente anche di finanziamento illecito), era ormai atteso. Segnali in questa direzione erano arrivati anche ieri. La Lista civica del presidente Toti durante il Consiglio regionale ha cambiato nome: da «Cambiamo con Toti presidente» a «Lista Toti Liguria».

Toti: dimissioni irrevocabili, entro 3 mesi alle urne

«Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria». Così il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nella lettera con la quale ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida della Liguria questa mattina. «Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni – aggiunge – per consentire al Consiglio regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’ente. E spiega: «Mentre viene resa pubblica questa mia lettera – aggiunge Toti – che ho pregato il mio difensore, avv. Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al Presidente facente funzione della Giunta e al Presidente dell’Assemblea Legislativa per tutti gli adempimenti di legge. Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro».

«Si apre fase nuova, a elettori compito giudicare»

«Si apre per tutti una fase nuova, agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada» scrive ancora Toti nella lettera con la quale ha rassegnato le proprie dimissioni. E incalza: «Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico».

Legale Toti: nuova istanza libertà, ok a processo immediato

«A noi l’immediato va benissimo. Non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare. Ci fa anche comodo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola». A dirlo è l’avvocato Stefano Savi difensore di Giovanni Toti. Lunedì il legale presenterà istanza di revoca degli arresti domiciliari. Se venisse accolta, il ricorso in Cassazione contro il rigetto da parte del Riesame decadrà automaticamente.

Lega: inchieste e arresti per sovvertire il voto

«In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista». Così una nota della Lega a commento delle dimissioni di Toti.



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G20 discute tassa globale sui super-ricchi: Gentiloni e Yellen commentano




La ricchezza aggregata dell’1% più facoltoso del pianeta è cresciuta, in termini reali, di 42mila miliardi di dollari nel decennio 2013-2022: un incremento pari a 34 volte quello registrato, nello stesso periodo, dalla metà più povera della popolazione mondiale. E’ quanto emerge da un’analisi dell’associazione Oxfam diffusa nel giorno in cui a Rio de Janeiro si apre al G20 dei ministri delle finanze con la proposta del Brasile di una tassa sui super ricchi.

Oxfam: ricchezza dell’1% sale di 42mila miliardi in 10 anni

Oxfam spiega che la ricchezza media di un esponente dell’1% più facoltoso su scala globale è aumentata di quasi 400mila dollari contro i 335 dollari (appena 9 centesimi al giorno), incamerati in media da un rappresentante appartenente al 50% più povero del pianeta. L’analisi di Oxfam è stata diffusa oggi, in occasione del vertice dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali del G20, in programma a Rio de Janeiro fino a venerdì. Il summit, spiega una nota, «rappresenta un importante banco di prova per verificare il grado di convergenza tra le più grandi economie del mondo sulla proposta avanzata dalla Presidenza di turno brasiliana del G20 – e supportata da Sud Africa, Francia e Spagna – per la definizione di un nuovo standard globale, volto a incrementare il prelievo fiscale a carico degli ultra ricchi». «La richiesta di aumentare le imposte sui più ricchi è sostenuta da una parte consistente dell’opinione pubblica mondiale. – ha detto Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – preoccupati e indignati, i cittadini reclamano sistemi fiscali più equi, un’azione più incisiva contro la crescente concentrazione di ricchezza e potere al vertice della piramide sociale, risorse certe e adeguate per contrastare l’avanzamento della povertà, l’ampliamento dei divari economici e la crisi climatica in corso». Negli ultimi 40 anni, sottolinea l’associazione, «i miliardari globali hanno, in media, versato su base annua agli erari l’equivalente dello 0,5% del valore dei propri patrimoni. Nello stesso periodo i loro patrimoni hanno registrato un rendimento nominale annuo lordo del 7,5%.

Gentiloni: tassa a miliardari difficile ma c’è primo passo

«Sulla proposta brasiliana per una tassa ai super-ricchi siamo tutti consapevoli che si tratta di una competenza dei singoli Paesi, difficile da superare con schemi globali, ma penso che le difficoltà non pregiudichino l’impegno comune, infatti nel documento delle conclusioni di questo G20 ci sarà una disponibilità comune a considerare primi passi in questa direzione» ha spiegato il commissario europeo, Paolo Gentiloni

Meccanismo globale complicato da realizzare

«Primi passi – ha spiegato ancora Gentiloni – potrebbero riguardare un avvio di meccanismi di scambi di informazione tra i diversi Paesi, in particolare sul capitolo immobiliare. Non dobbiamo nasconderci le difficoltà dei singoli Paesi in materie come queste, tipicamente di competenza nazionale, e il fatto che se si vuole un meccanismo di tassazione di queste persone, o il meccanismo è globale, o il Paese che introducesse misure di questo genere, vedrebbe solo spostarsi queste immense ricchezze altrove”. “Ma credo – aggiunge – che vada riconosciuto alla presidenza brasiliana il merito non solo di aver messo sul tavolo questa nuova sfida che credo l’enorme aumento di alcune ricchezze individuali è diventato stratosferico giustifichi»

Yellen: su tassa a super-ricchi ogni Paese faccia da solo

Che un meccanismo globale di tassazione non sia di facile messa a terra lo confermano le dichiarazioni della segretaria del Tesoro Usa Janet Yellen. Gli Stati Uniti «sostengono un’adeguata tassazione – ha detto Yellen, in una conferenza stampa al G20 a Rio de Janeiro – che garantisca che le persone con alte rendite paghino la giusta quota. Col presidente Biden abbiamo previsto» tassazioni sui ricchi e siamo a favore della «tassazione progressiva. Siamo contenti di lavorare col Brasile a promuovere questa idea della tassazione sui super ricchi, ma crediamo sia difficile un coordinamento globale e preferibile che ciascun Paese si occupi del proprio sistema fiscale».



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Età media 50 anni e anziano il 34% della popolazione: così sarà l’Italia nel 2050



Un Paese che si spopola, più anziano e con meno figli. È l’Italia di domani secondo le previsioni dell’Istat. La popolazione residente è in decrescita e nel 2050 si stima che ci saranno oltre quattro milioni di residenti in meno. In particolare, si passerà dai circa 59 milioni del primo gennaio 2023 a 58,6 milioni nel 2030, fino a 54,8 nel 2050 e 46,1 milioni nel 2080. Il progressivo spopolamento investe tutto il territorio, ma con differenze tra Nord, Centro e Mezzogiorno dove il calo sarà più consistente. Al Sud la popolazione potrebbe ridursi nel 2080 di 7,9 milioni di abitanti, 3,4 milioni dei quali già entro il 2050.

Nel 2050 gli over 65 potrebbero rappresentare il 34,5% del totale

Nel passaggio che condurrà la popolazione dagli attuali 59 milioni di residenti a circa 46 nel 2080, si stimano 21 milioni di nascite, 44,4 milioni di decessi, 18,2 milioni di immigrazioni dall’estero e 8 milioni di emigrazioni. I futuri flussi migratori – secondo l’Istat – non controbilanciano il segno negativo della dinamica naturale. Crescerà anche lo squilibrio tra vecchie e nuove generazioni. Nel 2050 gli over 65 potrebbero rappresentare il 34,5% del totale (oggi sono il 14%) e gli over 85 potrebbero passare dal 3,8% nel 2023 al 7,2%, con dei margini di oscillazione.

Nel Mezzogiorno processo di invecchiamento più rapido

Comunque vadano le cose – si spiega – l’impatto sulle politiche di protezione sociale sarà importante, dovendo porsi l’obiettivo di fronteggiare fabbisogni per una quota crescente di anziani. Il rapporto tra persone in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e over 65) passerà dai tre a due del 2023 a circa uno a uno nel 2050. Nel Mezzogiorno ci sarà un processo di invecchiamento più rapido, con un’età media di 51,5 anni entro il 2050 a fronte dei 50,8 a livello nazionale.

Più di una famiglia su cinque non avrà figli

E anche le famiglie cambieranno pelle. Tra 20 anni ce ne saranno quasi un milione in più, ma più frammentate. Si avranno nuclei sempre più piccoli: il cui numero medio di componenti scenderà da 2,25 persone nel 2023 a 2,08 nel 2043. L’aumento della speranza di vita e dell’instabilità coniugale fanno sì che il numero di persone che vivono da sole, vere e proprie “micro-famiglie”, cresceranno nel complesso del 15%, facendo aumentare il loro ammontare da 9,3 milioni a 10,7 nel 2043. Si prevede, inoltre, una ulteriore diminuzione delle coppie con figli. Oggi rappresentano quasi tre famiglie su 10 (29,8%) nel 2043 potrebbero scendere a meno di un quarto del totale (23,0%). E più di una famiglia su cinque non avrà figli. Un cambiamento strutturale che preannuncia un sorpasso delle seconde sulle prime in “un imminente futuro” che in alcune aree del Paese potrebbe concretizzarsi tra non moltissimo tempo. Nel Nord, ad esempio, potrebbe avvenire dal 2040 (nel Nord-est già dal 2037) mentre nel Centro il sorpasso avverrebbe nel 2043.



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Partnership Compagnia delle Opere e Il Sole 24 Ore al Meeting di Rimini 2024



Milano, 24 luglio 2024 – Compagnia delle Opere, associazione imprenditoriale italiana, sigla un accordo con Il Sole 24 Ore in occasione del Meeting di Rimini 2024 che si svolgerà dal 20 al 25 agosto 2024.  Grazie all’accordo Il Sole 24 Ore diventa media partner dell’iniziativa, mettendo a disposizione la propria esclusiva piattaforma integrata per comunicare l’evento alla business community italiana.

Cdo promuove la collaborazione tra imprese, enti no profit e professionisti, favorendo lo sviluppo economico e sociale basato su principi di sussidiarietà e solidarietà. “Cdo è un punto di riferimento per chi cerca di conciliare crescita economica e valori etici. Un punto che abbiamo in comune con Il Sole 24 Ore” dichiara Andrea Dellabianca, Presidente nazionale Compagnia delle Opere. “Questo accordo sigilla una partnership che ha come obiettivo quello di valorizzare in maniera sinergica le tematiche sviluppate da Cdo”.



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Stoccaggio di energia, l’Italia sesta nella top ten dell’attrattività



Accelerare nella costruzione di impianti di energia rinnovabile non basta. Serve investire in parallelo al rafforzamento della rete, ossatura della transizione energetica, con soluzioni quali i sistemi di accumulo di energia. Un settore sempre più strategico – cresciuto del 130% in un anno secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia – in cui l’Italia ha un ottimo posizionamento: è sesta nella classifica dei dieci mercati globali più attraenti per gli investimenti nell’accumulo a batterie (Bess) elaborata da Ey.

L’analisi è una novità del rapporto Recai 2024 (Renewable Energy Country Attractiveness Index), alla 63esima edizione, che classifica i primi 40 Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nelle rinnovabili. Il ranking relativo all’attrattività più generale delle energie rinnovabili– che mette sul podio Stati Uniti, Cina e Germania – vede l’Italia conquistare il 13esimo posto: un balzo di cinque posizioni in cinque anni.

Nel primo semestre del 2024 in Italia è stato installato il 40% di potenza rinnovabile in più dello stesso periodo 2023. All’attrattività del nostro Paese concorre l’impegno sulle comunità energetiche, grazie al decreto Cacer che stanzia 5,7 miliardi di euro, di cui 2,2 coperti da fondi Pnrr. Ma tutti i Paesi devono fare di più: secondo il rapporto di Ey gli investimenti in campo non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo della Cop28 di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Fra le priorità, una migliore infrastruttura di rete. L’Agenzia internazionale dell’energia rileva che nel 2023 circa 1.500 GW di capacità rinnovabile erano in stallo, in attesa di essere connessi alla rete. Inoltre, sarebbe necessario aggiungere o sostituire 80 milioni di chilometri di linee elettriche entro il 2040: l’equivalente dell’intera rete del globo.

LA CLASSIFICA GLOBALE

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Lo stoccaggio a batteria

Stati Uniti, Cina e Regno Unito conquistano il podio, ma l’Italia è dietro solo ad Australia (quarta) e Germania (quinta), e davanti a Corea del Sud, India, Francia e Giappone. Il nostro Paese sta costruendo un ecosistema interessante per gli investitori puntando a 71 GWh ( ovvero da 12 a 15GW) di accumuli di rete entro il 2030 tramite il nuovo mercato a termine di Terna.

Nei prossimi mesi dovrebbe vedere la luce il modello di regolazione Macse (il meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico) che chiarirà il quadro normativo. Il settore è oggi in attesa che Terna pubblichi la disciplina, a cui seguirà l’approvazione del Ministero dell’Ambiente e il cronoprogramma delle aste. La prima è prevista nella prima metà del 2025.



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Dai tumori ai disturbi cardiaci, nelle proteine del sangue la spia di 67 malattie



Da diverse forme di tumore a disturbi cardiaci e neurologici, sono 67 le malattie che diventa possibile diagnosticare grazie ad un semplice test del sangue, analizzando le proteine presenti nel plasma. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, frutto di una collaborazione tra l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline, Università di Cambridge, University College di Londra, Università Queen Mary di Londra e Istituto di Sanità di Berlino. La ricerca apre quindi la strada a un futuro metodo rapido e semplice di diagnosi anche per molte malattie rare, che attualmente possono richiedere mesi o anni per essere diagnosticate. Il sangue e le proteine che vi circolano si confermano, così, una miniera di informazioni preziose.

Gli studi precedenti

Sono solo di pochi mesi fa due studi britannici pubblicati sulla rivista Nature Communications, che hanno portato alla scoperta di 618 proteine presenti nel sangue e indicative di ben 19 tipi di tumore: 107 di queste molecole potrebbero addirittura segnalare il pericolo con almeno 7 anni di anticipo. Un altro lavoro, pubblicato a dicembre 2023 su Nature, ha riguardato invece la possibilità di predire, tramite un semplice test del sangue, quale organo invecchierà prima in individui apparentemente sani: ciò potrebbe consentire di indirizzare le cure mediche persino prima che la persona si ammali.

Il metodo utilizzato nella ricerca attuale

In questo caso, i ricercatori coordinati da Julia Carrasco-Zanini, Robert Scott e Claudia Langenberg hanno analizzato i dati relativi a oltre 3mila proteine ottenuti da un gruppo di 40mila individui selezionati casualmente all’interno del campione della vasta banca dati britannica Biobank. Si tratta del più vasto studio di proteomica, la disciplina che analizza l’insieme delle proteine prodotte da un organismo. Per ciascun disturbo, gli autori dello studio hanno poi individuato la “firma” specifica, costituita dalle 5 alle 20 proteine più importanti. Il metodo così ottenuto si è rivelato più efficiente nel predire la malattia rispetto a quelli basati su informazioni standard attualmente in uso.

La sfida nello sviluppo dei farmaci

«Siamo estremamente entusiasti dell’opportunità di identificare nuovi marcatori per lo screening e la diagnosi tra le migliaia di proteine ora misurabili nel sangue umano», afferma Claudia Langenberg, delle Università di Cambridge, Queen Mary e dell’Istituto tedesco, che sottolinea, però, anche la necessità di fare studi di questo tipo su popolazioni diverse e diversi gruppi etnici, in modo da estendere la validità del metodo: «Ciò di cui abbiamo urgentemente bisogno – dice Langenberg – sono studi su diverse popolazioni per convalidare i nostri risultati». «Una sfida fondamentale nello sviluppo dei farmaci sta nell’identificare i pazienti che hanno maggiori probabilità di trarre beneficio dai nuovi composti», aggiunge Robert Scott, vicepresidente di Gsk. «Questo lavoro dimostra il potenziale delle tecnologie proteomiche utilizzate su vasta scala per individuare le persone ad alto rischio per un’ampia gamma di malattie. Ulteriori lavori – prosegue – amplieranno le nostre conoscenze e miglioreranno la nostra comprensione di come queste possano essere applicate al meglio per rendere più efficienti la scoperta e lo sviluppo di farmaci»



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Incidente A1 causa coda di 10km: distribuita acqua agli automobilisti



In seguito ad un incidente che ha coinvolto tre auto nel tratto aretino dell’A1 si è creata una coda di circa 10 chilometri e agli automobilisti sono state distribuite bottiglie di acqua per rifocillarli. È accaduto poco dopo le 13 nel tratto autostradale vicino al casello Valdarno, nella corsia in direzione nord.

Nell’incidente sono rimaste ferite tre persone, un uomo di 37 anni portato al pronto soccorso dell’ospedale del Valdarno in codice giallo, un altro uomo di 54 anni, sempre in codice giallo alla Gruccia, e una donna di 39 anni, portata all’ospedale San Donato di Arezzo, anche lei in codice giallo. Per consentire il lavoro dei vigili del fuoco, della polizia stradale e dei mezzi del 118 si è formata una lunga coda. Sul posto anche personale di Società Autostrade.



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Usa: Obama, Biden un patriota, uno dei più importanti presidenti



L’ex Presidente Usa

FILE PHOTO: US Democratic presidential candidate Senator Barack Obama (D-IL) waves with his vice presidential running mate Senator Joe Biden (D-DE) at the Old State Capitol in Springfield, Illinois, August 23, 2008. REUTERS/John Gress/File Photo

L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama , ringrazia Joe Biden, definendolo uno dei più importanti presidenti della storia e «un patriota». «Ho grande fiducia nei confronti dei leader del nostro partito, che sapranno stabilire un giusto processo per selezionare un candidato ufficiale», afferma Obama in una nota, dopo l’annuncio del ritiro di Biden dalla corsa alla Casa Bianca. Obama non ha dato il suo sostegno nei confronti di Kamala Harris o di altri possibili candidati.



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