Sicilia, il rischio siccità non spaventa i turisti: ad agosto voli prenotati in aumento per Palermo e Catania



«Dopo aver perso i raccolti a causa della mancanza d’acqua, l’isola teme ora di perdere anche i turisti», era stato il titolo del New York Times sull’emergenza siccità che ha colpito la Sicilia insieme ad altre Regioni meridionali, con gli amministratori costretti a centellinare le forniture idriche e gli agricoltori a riporre speranze in invasi e riserve ormai vuote. Un articolo che aveva innescato la polemica politica con accusse dell’opposizione per l’inerzia del Governo e la ministra del Turismo Daniela Santanchè pronta a replicare: «Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia».

Anche il presidente siciliano Renato Schifani era intervenuto per rassicurare i turisti: «Possono venire in Sicilia con assoluta tranquillità, senza timori di sorta per la disponibilità dell’acqua. Nessuno nasconde che stiamo affrontando un periodo di siccità con pochi precedenti, ma il governo della Regione sta profondendo ogni sforzo per garantire la disponibilità idrica».

Ricerche e prenotazioni in crescita

Caldo ed emergenza idrica non sembrano però influenzare i piani di viaggio dei turisti. Secondo i dati raccolti da The Data Appeal Company (Gruppo Almawave) su due principali aeroporti siciliani, Palermo e Catania, le ricerche («termometro dell’interesse reale delle persone verso una destinazione turistica») e le prenotazioni per voli ad agosto verso l’isola fanno segnare un aumento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si tratta di dati Gds (Global distribution system) che non comprendono i voli delle compagnie low cost.

Sull’aeroporto catanese si registra un aumento del 16% di voli per agosto 2024 rispetto al 2023 e un aumento del 60% rispetto all’agosto 2019 (ultimo anno prima della pandemia). Su Palermo, invece, le ricerche voli per agosto sono in aumento del 20% rispetto al 2023 e del 73% rispetto al 2019. Complessivamente per l’Italia le ricerche voli via Gds con arrivo dal 1 al 31 agosto fanno segnare + 27% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Per quanto riguarda le prenotazioni voli vere e proprie, a Catania per agosto si registra un aumento del 4% rispetto al 2023 e un calo delle cancellazioni del 3%. Cresce la percentuale di prenotazioni dall’Italia (dal 42 al 49%). A Palermo l’aumento delle prenotazioni di agosto è ancora più netto: +20% rispetto al 2023 con cancellazioni equivalenti. Anche qui la fetta di prenotazioni italiane arriva al 49%.



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Fincantieri: Mazzotta alla presidenza dopo il disco verde di Cdp



L’ormai ex Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, è il nuovo presidente di Fincantieri. Si conclude così l’assedio all’ex custode dei conti che va a occupare la poltrona rimasta vacante a causa della scomparsa del generale Claudio Graziano e che, prima della designazione, aveva rassegnato le dimissioni come ufficializzato da una nota del ministero dell’Economia. Il neo presidente di Fincantieri dovrebbe comunque restare in aspettativa tra i ranghi della dirigenza di Via XX Settembre.

Il via libera al neo presidente dal cda straordinario di Fincantieri

La designazione di Mazzotta aveva ricevuto il sigillo preventivo dal cda di Cassa depositi e prestiti che si è riunito per approvare i conti semestrali e che ha di fatto ufficializzato la proposta di nomina. Quest’ultima è stata quindi formalizzata a stretto giro dal board di Fincantieri convocato in sede straordinaria nel quale è stato recepito «l’invito formulato dall’azionista Cdp Equity che ha sottoposto la relativa candidatura alla sua autonoma valutazione».

Verso la nomina di Daria Perrotta al vertice della Rgs

Con l’uscita di scena di Mazzotta, si avvia di fatto la successione al vertice di Rgs dove dovrebbe approdare l’attuale capo legislativo del Mef, Daria Perrotta, vicina al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ne ha fortemente sponsorizzato il trasferimento al dipartimento dei conti pubblici. La nomina di Perrotta è attesa sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma mercoledì prossimo.



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The roar of Giovanni De Gennaro: Italian victory in K1 and a quartet of golds at the Games for Italia Team



A triumphant cry and arms raised to the sky for Giovanni De Gennaro at the Olympic course of the Vaires-sur-Marne Nautical Stadium.

Indeed, at the Paris 2024 Games, the exceptional athlete from Brescia (photo Luca Pagliaricci/CONI) secured the gold medal in the K1 slalom with a commanding final run. He gifted the Italia Team their third Olympic triumph in this discipline, following in the footsteps of Pierpaolo Ferrazzi (Barcelona 1992) and Daniele Molmenti (London 2012).

It was an exceptional performance by the reigning European champion, who, after breezing through the two preliminary runs and securing the eighth-fastest time in the semi-finals (93.47 with a 2” penalty), almost achieved perfection in the final run, finishing with the outstanding time of 88.22 (0 penalties). Behind him were the host nation’s Titouan Castryck (88.42, 0 penalties) and Spain’s Pau Echaniz (88.87 with a 2” penalty).

For Italy, this represents the 14th medal of this Olympic Games and the fourth gold following those won by Nicolò Martinenghi (100 breaststroke), Thomas Ceccon (100 backstroke), and the women’s épée team.



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Balneari, sciopero degli ombrelloni il 9 agosto: aperti con due ore di ritardo



Ombrelloni aperti con due ore di ritardo sulle spiagge italiane il 9 agosto, quando i balneari di Fipe Confcommercio e di Fiba Confesercenti adotteranno questa forma di mobilitazione per accendere i riflettori sulla irrisolta questione delle concessioni.

La notizia sul Fincial Times

Una protesta finita sul Financial Times: i concessionari balneari «minacciano di interrompere il lavoro» per proteggere «concessioni redditizie», scrive il quotidiano della City. L’idea delle due sigle di categoria che hanno dichiarato lo sciopero è «aumentare la pressione sul governo di Giorgia Meloni». «Vogliamo che le grida di dolore che emergono dalle spiagge italiane siano ascoltate», ha detto al Ft Antonio Capacchione, presidente dell’Unione italiana imprenditori balneari. «La gente si fidava delle leggi dello Stato che dicevano “investi quanto vuoi” e ora si trova di fronte a un governo che ha promesso tutto e non sta facendo nulla». L’Ft ricorda le richieste di Bruxelles all’Italia di revocare 30mila concessioni balneari rimettendole a gara e la procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea nel 2020.

«Abbiamo inviato otto lettere alla premier per chiedere un incontro, invano – ha detto Capacchione -: lei ha la delega sul nostro settore, se non ha tempo di riceverci può delegare un sottosegretario. Nessuno si è degnato di ricevere questa categoria: se questo non è disprezzo ditemi voi come si chiama. Dopo due anni, i balneari ne hanno piene le tasche: da parte nostra abbiamo cercato in tutti modi i contatti, il dialogo».

La mobilitazione dei balneari è stata decisa nei giorni scorsi dopo che le organizzazioni di rappresentanza della categoria hanno riunito assemblea, giunta e direttivo e dialogato con le altre organizzazioni sindacali per valutare il da farsi in vista dell’imminenza della chiusura estiva del Parlamento. «Se governo e Parlamento non arrivano a nessuna determinazione cosa possiamo fare se non protestare? Sarebbe da incoscienti non fare nulla: abbiamo la responsabilità nei confronti delle famiglie dei balneari che rischiano di perdere tutto quello che hanno costruito in anni di lavoro. E se qualcuno non vorrà partecipare pazienza: i crumiri sono sempre esistiti, ma le nostre organizzazioni rappresentano praticamente il 90% dei concessionari» aggiunge Capacchione ricordando che la questione «non riguarda solo noi ma tutti i concessionari demaniali e quindi, ad esempio, anche chioschi, ristoranti, campeggi» . E poi? «E poi se non riceveremo risposte faremo un’altra iniziativa, dieci giorni dopo, in cui apriremo però con 4 ore di ritardo» .



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Toti, parere positivo della procura su revoca arresti domiciliari



Decisione entro venerdì

La procura ha dato parere positivo alla revoca degli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti

La procura ha dato parere positivo alla revoca degli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. A questo punto il giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni potrebbe decidere tra domani e venerdì. Dopo le dimissioni, per gli inquirenti, non ci sarebbe più il rischio di reiterazione del reato. Il Riesame aveva già sostenuto come fosse venuto meno il rischio di inquinamento probatorio.

Per l’imprenditore Aldo Spinelli gli inquirenti tengono il massimo riserbo ma il parere potrebbe essere negativo. A pesare, per la sua posizione, potrebbero essere state le parole del Riesame: «È palese l’esistenza, a carico di Spinelli, di un metodo da sempre adottato dall’indagato nel perseguimento degli interessi economici-imprenditoriali delle aziende che formano il ”gruppo” da lui formato». L’imprenditore, ancora le parole del Riesame, «ha poi espressamente sostenuto di avere da sempre, nella cura dei propri interessi imprenditoriali, contattato gli esponenti politici di turno in relazione ad attività amministrative che rivestivano un particolare interesse per le aziende del suo gruppo imprenditoriale».



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circolazione treni Roma-Firenze sospesa, ritardi fino a 2 ore”



 

Circolazione ferroviaria sospesa per un incendio nelle vicinanze delle linee alta velocità e convenzionale Roma-Firenze, nei pressi di Orvieto. L’incendio non riguarda la sede ferroviaria. In corso l’intervento dei Vigili del Fuoco per consentire la ripresa del traffico ferroviario.

Dai monitor delle stazioni di Roma e Firenze i ritardi dovuti alla sospensione della linea AV a Orvieto arrivavano fino alle due ore, in particolare per le partenze dalla Capitale verso Milano. A Firenze Santa Maria Novella i ritardi sono più contenuti, ma si va sempre dai 100 minuti alla mezz’ora. La circolazione è «in graduale ripresa» ha fatto sapere Fs in un comunicato Fs.

L’incendio si è sviluppato intorno alle 16 all’altezza del chilometro 445 dell’ autostrada, in direzione sud tra la stessa A1 e la vicina linea ferroviaria, pochi chilometri prima dell’uscita di Orvieto. Lo riferiscono i vigili del fuoco che operando sul posto con i volontari di protezione civile.



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Meloni in Cina, piano triennale con Pechino alternativo alla Via della Seta. «Libano preoccupa, in contatto con governo e alleati»



Il piano triennale siglato con la Cina «è un approccio alternativo alla Via della seta. Io ho sempre detto che non condividevo l’ingresso italiano nella Via della seta, la mia è stata una scelta di coerenza poi di decidere di uscire, ma ho sempre detto che non era l’unico modo per avere rapporti e anche per far crescere i nostri rapporti con la Cina». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso di un punto stampa con i giornalisti italiani a Pechino. «Del resto, come ho raccontato tante volte, noi eravamo l’unica tra le grandi nazioni dell’Europa occidentale a far parte della Via della Seta, ma non eravamo la nazione che aveva il migliore interscambio con la Cina, tutt’altro. Ci sono altre nazioni dell’Europa, tra le principali nazioni europee, che hanno un volume di investimenti cinesi che è molto più alto, quindi io ho sempre detto che si poteva uscire dalla Via della Seta e nello stesso momento ricostruire un rapporto di collaborazione più intensa con la Cina ed è esattamente quello che ho fatto».

Nuova fase nei rapporti con la Cina

Il piano d’azione «è una cosa nuova perché apre una nuova fase nei rapporti con la Cina», inserisce «materie nuove e definisce anche un’implementazione a 360 gradi dei nostri rapporti» che «non sono solo economici e commerciali», come dimostra la visita che cade nel ventennale del parternariato strategico globale e nei 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, unico straniero con l’altro italiano, Matteo Ricci, nel bassorilievo del Millennium muesum che ricostruisce la storia cinese. Se il primo «definisce la cornice della nostra cooperazione soprattutto economica e commerciale, i 700 anni di Marco Polo definiscono la profondità del nostro rapporto. Io credo debba anche diventare un rapporto di crescita nel rispetto, nella lealtà anche dei nostri rapporti economico-commerciali». Meloni ricorda poi le «intese specifiche sulla tutela delle indicazioni geografiche, per noi molto importante» e l’obiettivo «di tutelare la proprietà intellettuale. Sono questioni che per l’Italia sono ovviamente non secondarie. Poi chiaramente ci saranno i tavoli tecnici e quei tavoli tecnici dovranno lavorare».

Accordi di cornice sull’auto elettrica

«Noi ci siamo limitati a definire accordi di cornice, poi non sta a noi entrare nel merito delle singole intese che si possono sviluppare, dei singoli investimenti. Il tema della mobilità elettrica è all’interno del nostro memorandum di collaborazione industriale, che è una delle intese più importanti che abbiamo sottoscritto». La premier rimarca che si tratta di «risultati concreti». Ora «saranno i tavoli tecnici e i ministri competenti a lavorare nello specifico sulla realizzazione di questa intesa». Le intese («molto importanti») vanno «dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, la sicurezza alimentare, le materie ambientali, l’istruzione», spiegando che l’Italia punta a «rafforzare la nostra cooperazione ma farlo in un’ottica di riequilibrio, riequilibrio della bilancia commerciale. C’è un importante disavanzo per l’Italia che è andato crescendo negli anni, e in tema di investimenti esteri diretti. Oggi gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte tanto quelli cinesi in Italia. Noi vogliamo lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e garantire parità di trattamento per le nostre imprese. C’è da questo punto di vista chiaramente ampia convergenza e disponibilità».

Libano preoccupa, in contatto con governo e alleati

«Sono molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato. Sono in contatto con il ministro degli esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase», dice Meloni rispondendo alle domande dei giornalisti italiani. «La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele» per i suoi rapporti «con Teheran, con Riad».



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Invitalia: sostegno a imprese, persone e territori



Sono oltre 64.000 le imprese sostenute dal Gruppo Invitalia nel 2023. Di queste sono più di 4.200 le nuove, per il 40% create da donne. Sono quasi 31.000 i posti di lavoro che gli incentivi hanno contribuito a creare o salvaguardare, per il 48% dei casi nel Mezzogiorno. Sono questi alcuni dei risultati conseguiti dal gruppo lo scorso anno e contenuti nel nuovo Bilancio di sostenibilità che danno conto del valore generato per le persone, per l’ambiente, per le comunità e i territori, per le istituzioni e per le imprese.

Nel 2023 sono 5,9 miliardi le agevolazioni ammesse

Cresce in modo significativo il valore delle agevolazioni ammesse, che passa da 4,6 miliardi di euro del 2022 a 5,9 miliardi di euro del 2023, per effetto dell’incremento del valore medio degli investimenti supportati (365.000 euro contro i 50.000 dello scorso anno). I 5,9 miliardi di euro sono così articolati: 2,5 miliardi di euro per la realizzazione di grandi investimenti, 2,3 miliardi di euro per il rafforzamento del sistema produttivo, 419 milioni di euro per la nascita di nuove imprese e 103 milioni di euro per sostenere le imprese nelle aree di crisi. A ciò si aggiunge l’attività di supporto per l’attuazione dei bandi Ipcei (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo) del valore di 662 milioni di euro. Il valore degli investimenti attivati tramite le agevolazioni è di 23,4 miliardi di euro, di cui il 26% nel Mezzogiorno. Per quanto riguarda le operazioni in equity, sono 12 gli interventi realizzati nel 2023 con il Fondo Cresci al Sud e il Fondo Salvaguardia Imprese, per un valore di 45,8 milioni di euro.

Innovazione

Per quanto riguarda la spinta all’innovazione, nel 2023 ammontano a 1,1 miliardi di euro le agevolazioni ammesse per la ricerca e gli investimenti innovativi. In particolare: 682 milioni di euro per lo sviluppo delle filiere della microelettronica e dell’idrogeno; 372 milioni di euro per sostenere i processi di trasformazione e innovazione sostenibile; 60 milioni di euro per 122 startup e Pmi innovative sostenute con gli incentivi di Smart&Start Italia; 18 milioni di euro per favorire la tutela dei brevetti (25% nel Mezzogiorno).

Sostegno alle imprese

Quanto al sostegno al mondo delle imprese, il gruppo ha immesso nel sistema liquidità per 48,3 miliardi di euro, grazie alle garanzie concesse e alle erogazioni per finanziamenti agevolati. Più in dettaglio: 21,7 miliardi di credito garantito per liquidità, 21,3 miliardi di investimenti garantiti, 3 miliardi di finanziamenti a tasso di mercato e 2,3 miliardi di incentivi erogati.

Pnrr

Nell’ambito del Pnrr, il gruppo ha sostenuto 20 amministrazioni nell’attuazione di programmi per un valore complessivo di 45,7 miliardi di euro.



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Meloni: «Su libertà di informazione fake news contro il governo. Nessuna ingerenza sulla governance Rai»



Duro affondo della premier Giorgia Meloni contro alcuni media colpevoli, a detta della presidente del Consiglio, di aver distorto i messaggi contenuti nella Quinta Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione Europea, che è stata pubblicata qualche giorno fa e che, secondo le ricostruzioni riportate da alcuni organi di stampa, era stata congelata da Ursula Von der Leyen alla vigilia del voto per la presidenza della Commissione Europea e divulgata solo a nomina avvenuta.

Su libertà d’informazione fake news contro il governo

«Gli articoli di alcuni media sulla Relazione annuale sullo stato di diritto 2024 dell’Unione europea, riguardo l’Italia, sono attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa – scrive la premier nella missiva indirizzata alla riconfermata presidente della Commissione Ue von der Leyen. «Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione».

Le raccomandazioni all’Italia non si discostano da quelle precedenti

«Le raccomandazioni finali nei confronti dell’Italia – prosegue la presidente del Consiglio – non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, tuttavia per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto”, “la libertà di informazione” in particolare in Rai».

Rai: da governo nessuna ingerenza sulla governance

Ed è proprio sulla Rai che la premier si sofferma per precisare alcuni temi, a partire dalla governance. «L’attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali. Gli attuali componenti del cda della Rai sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d’Italia non era parte, non si comprende dunque come si possa imputare a questo Governo una presunta ingerenza politica nella governance della Rai», chiarisce ancora la premier. Quanto alla scelta di alcuni professionisti di lasciare la tv pubblica per approdare su altre testate, «la scelta non è dipesa da cambio di linea editoriale, bensì da normali dinamiche di mercato», prosegue la presidente del Consiglio.

Norme par condicio come per altri esecutivi

Quindi un passaggio sulla par condicio. «Durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l’informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, così come previsto dalla legge vigente», scrive ancora la premier.



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Meloni porta il made in Italy in Cina per costruire il dopo Via della Seta



L’istruttoria che ha preparato la visita in Cina di Giorgia Meloni è stata lunga e laboriosa. Ci si lavora da oltre un anno. Da dopo il faccia a faccia che la premier ebbe a Bali, in occasione del G20, con il presidente cinese Xi Jinping. L’ultimo presidente del Consiglio a venire in Cina era stato nel 2019 Giuseppe Conte. Da allora è passato un lustro. Cinque anni nei quali i rapporti sono radicalmente cambiati, parallelamente all’acuirsi delle crisi internazionali, all’avvicinamento (e al sostegno) di Pechino a Mosca, allo scontro crescente non solo con gli Usa ma con l’Europa che ha reagito con i dazi al dumping cinese su auto elettriche e biocarburanti. La conferma più evidente da parte dell’Italia è arrivata con l’ uscita dalla Via della seta. Un addio che però si è consumato senza annunci roboanti da parte di Meloni. La premier ha sempre imputato la scelta della rinuncia non a questioni politiche ma economiche, al mancato raggiungimento dei «risultati sperati», tant’è che il deficit commerciale a favore della Cina nei 4 anni in cui il memorandum era in vita è fortemente aumentato. Ed è proprio il riequilibrio e il rilancio dei rapporti economici con Pechino ad essere al centro del viaggio di 4 giorni che si concluderà mercoledì a Shanghai.

Meloni è atterrata ieri pomeriggio a Pechino (con lei anche la figlia Ginevra)e oggi incontrerà il primo ministro cinese, Li Qiang. L’attenzione però è concentrata soprattutto sul faccia a faccia che la premier avrà domani con Xi Jinping.La leader italiana arriva in Cina mentre è ancora alla guida del G7 e anche in questa veste si confronterà domani con il presidente cinese sul ruolo che la Cina può esercitare sia sulla guerra in Ucraina ma anche sul fronte mediorientale. Basti pensare agli attacchi Houthi nel Mar Rosso che colpiscono le navi da carico occidentali, a partire da quelle italiane, e risparmiano quelle cinesi.

Al centro della missione c’è però soprattutto l’economia. Meloni a Pechino inaugurerà la settima edizione del Business forum Italia-Cina al quale parteciperanno alcuni big del comparto energetico e industriale e del made in Italy come, tra gli altri, Eni, Leonardo, Iveco, Fincantieri, Snam, Prysmian, Pirelli, Intesa, Generali, Prada, Dolce&Gabbana. Obiettivo del governo, si apprende da fonti italiane, è di imprimere una dinamica positiva all’interscambio commerciale che si è assestato nel 2023 a 66,8 miliardi di euro, facendo della Cina il secondo partner extra-Ue dell’Italia, dopo gli Usa. A questo si aggiungono uno stock di investimenti diretti esteri italiani pari a 15 miliardi e oltre 1600 aziende italiane attive nel Paese nei settori tessile, meccanica,farmaceutica, energia e industria pesante.

La premier, che parteciperà anche alla cerimonia per ricordare i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, vuole rientrare a Roma avendo ottenuto assicurazioni concrete sul rafforzamento del partenariato con il Dragone come prima di lei hanno fatto Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz: dagli investimenti in Italia sull’automotive al miglioramento delle esportazioni verso la Cina del made in Italy, alle facilitazione per incrementare la domanda turistica. Allo stesso tempo e altrettanto decisivo sarà uscire dal confronto con Xi Jinping con una postura chiara e riconoscibile sulla politica internazionale che possa offrire un contributo ai suoi alleati in Europa come negli Usa. A prescidere da chi vincerà la corsa per la Casa Bianca e di quale portafoglio Ursula von der Leyen vorrà affidare al commissario italiano.



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