Sicurezza, sì al carcere per i blocchi stradali. Detenute madri, resta la stretta



Dal «terrorismo di parola» ai blocchi stradali, fino all’«occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui», la Camera ha approvato ieri molti dei nuovi reati introdotti dal disegno di legge Sicurezza, approvato dal Consiglio dei ministri a novembre dello scorso anno e approdato in Aula dopo un lungo iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia e aspre divisioni, anche nella maggioranza.

Per chi blocca le strade con il corpo un mese di reclusione

Il sì dei deputati è arrivato fino all’articolo 14 del testo, tra i più contestati dei 38 totali: modificando il Dlgs 66/1948, sostituisce con la reclusione fino a un mese e una multa fino a 300 euro la sanzione amministrativa da 1.000 a 4mila euro prevista finora per «chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata (anche questa una novità, ndr), ostruendo la stessa con il proprio corpo». Se il fatto è commesso da più persone riunite la pena è aumentata da sei mesi a due anni». Scontati gli attacchi delle opposizioni. «Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca», ha sottolineato la dem Laura Boldrini. «Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati, voi rispondete mandandoli in carcere. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un’auto, con un trattore». «Stiamo sfociando nella criminalizzazione indiscriminata dell’attivismo e delle legittime forme di protesta, ed è molto, molto grave», ha commentato Sergio Costa (M5S), vicepresidente della Camera.

Interdittive, il prefetto potrà annullarle per le imprese individuali

Disco verde di Montecitorio anche alla nuova contravvenzione volta a prevenire il terrorismo e altri reati gravi diretta a chi viola gli obblighi di segnalazione dei contratti di noleggio dei veicoli, estesi ai dati identificativi della macchina (numero di targa e di telaio, intervenuti mutamenti della proprietà) e ai contratti di subnoleggio: si prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro. Sono passate anche le modifiche alla normativa antimafia, tra cui la novità – introdotta in commissione – che il prefetto, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione interdittiva, «può escludere uno o più divieti e decadenze» nel caso in cui accerti che per effetto dell’interdittiva «verrebbero a mancare i mezzi di sostentamento al titolare dell’impresa individuale e alla sua famiglia».

Cittadinanza, si allenta la revoca per i condannati

Via libera, inoltre, all’articolo 9 che modifica l’articolo 10-bis della legge 91/1992 in materia di revoca della cittadinanza prevedendo che, in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo ed eversione e altri gravi reati, «non si può procedere alla revoca ove l’interessato non possieda un’altra cittadinanza ovvero non ne possa acquisire altra» ed estendendo da tre a dieci anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna il termine per poter adottare il provvedimento di revoca. Sono stati boccati tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni sulla possibilità di dare la cittadinanza ai bambini e ai ragazzi che hanno frequentato un ciclo scolastico di cinque anni, il cosiddetto “ius scholae”. Paolo Emilio Russo di Forza Italia, che con il vicepremier Antonio Tajani durante l’estate ha aperto il fronte a favore nella maggioranza, ha annunciato che sarà presentato un testo ad hoc «per riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza».

Fino a sette anni di carcere per chi occupa abusivamente le case

Molto dibattuto l’articolo, ma comunque approvato, l’articolo 10 sul nuovo reato (634 bis) che puniscecon il carcere da due a sette anni «chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da due a sette anni. Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato». Si procede d’ufficio «se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità». La norma dà anche la facoltà alle forze di polizia di liberare gli immobili in tempi rapidi.



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