Bucci in Liguria: la mossa del cavallo di Meloni per affrontare campagna elettorale e manovra



La decisione di candidare l’attuale sindaco di Genova Marco Bucci alla presidenza della Liguria per il dopo Toti è destinata a provocare effetti ben oltre i confini della regione. La vittoria o la sconfitta nel primo test elettorale che si terrà in autunno (a fine ottobre) avrà un impatto infatti inevitabile sulla solidità della maggioranza e dello stesso governo. Anche perché si svolgerà, contestualmente al confronto in parlamento sulla legge di bilancio che – vista la cronica penuria di risorse – alimenterà le tensioni interne e la necessità per i partiti di piantare le loro bandierine. Consente inoltre alla premier di uscire dallo stallo determinato dal scandalo Sangiuliano e dalle richieste continue degli alleati sulla legge di bilancio.

La Liguria e il possibile effetto domino

Perdere la Liguria, regione governata dal centro-destra e messa in crisi dall’inchiesta sull’ex presidente Giovanni Toti potrebbe segnare una pesante battuta d’arresto non solo per l’alleanza di governo ma per la stessa premier e innescare un pericolosissimo effetto domino visto che, a distanza di qualche settimana, si voterà in Emilia-Romagna e in Umbria dove alle ultime amministrative il centro-destra è stato sconfitto sia a Perugia che a Terni.

Una figura forte che mette d’accordo tutto il centro-destra

La scelta di Bucci è la carta usata da Meloni per ribaltare una prospettiva affatto rosea. Il nome del sindaco protagonista della ricostruzione dopo la tragedia del ponte Morandi non era mai stato inserito tra i possibili candidati anche a causa delle sue condizioni di salute. Bucci però ha dato a Meloni piena disponibilità e attorno alla sua candidatura si sono ritrovati tutti i partiti dell’alleanza di centrodestra. A volerlo sindaco era stata soprattutto la Lega ma Bucci non può definirsi un leghista. Tanto più che Salvini non aveva alcuna intenzione di mettere un esponente del Carroccio in gara sia per l’alta probabilità di sconfitta sia perché avrebbe di fatto spianato la strada alla rivendicazione della guida del Veneto da parte di Meloni e Fratelli d’Italia. Sulla candidatura di Bucci invece si sono ritrovati tutti anche perché le altre figure vagliate finora non erano in grado di ribaltare quanto emerso dai sondaggi e cioè la probabile vittoria del centro-sinistra o meglio del campo largo riunito sotto il nome dell’ ex ministro della giustizia e big del Pd, Andrea Orlando.

I possibili effetti sul Campo largo

Vedremo nei prossimi giorni se l’investitura del sindaco di Genova a governatore provocherà un’inversione di tendenza a vantaggio del centro-destra. Certo è che ora il campo largo si trova di fronte non solo a un avversario di tutto rispetto ma anche alla probabile rottura dell’asse con i renziani, che continuano a sostenere Bucci come sindaco.



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